Il lavoro è davvero il nodo cruciale, la scommessa su cui si fonda il futuro di questa città che, tutti lo dicono "vuole ripartire" ma fa tanta fatica per offrire opportunità ai propri cittadini.
Tremano, in queste ore, tutti i precari abruzzesi. Al comune, dove la loro battaglia è sposata dal sindaco Cialente, alla Regione e nelle aziende locali, strategiche per questo territorio.
ABRUZZO ENGINEERING
Arriverà forse sul filo di lana, per festeggiare Natale, il salvataggio dei lavoratori di Abruzzo Engineering, il bistrattato ente a partecipazione pubblica, detenuto dalla Regione Abruzzo, quale socio maggioritario, dalla Provincia di L'Aquila e dalla Selex di Finmeccanica, il gruppo industriale il cui capitale è detenuto per il 30,2% dal Ministero dell’Economia italiano. Al momento è in corso un assemblea nella sede dell'Ance.
A chiedere di salvare quei lavoratori che dopo anni di lavoro hanno acquisito e rafforzato le competenze, sono stati in tanti. Dalla loro parte provincia e comune dell'Aquila, che hanno firmato a favore della proroga dei contratti di lavoro per un altro anno.
La competenza è del governo italiano, i soldi sono stati trovati, ma manca il via libera finale.
"Se sono stati prorogati i contratti per i lavoratori di Cineas, Reluis e Fintecna non si capisce perché non dovrebbe accadere lo stesso con Abruzzo Engineering," ha commentato il consigliere regionale aquilano Luca Ricciuti. "Nell'ente ci sono lavoratori tecnicamente preparati," ha commentato Ricciuti, "li abbiamo qui, inutile andarli a cercare altrove."
Se è vero che ormai manca pochissimo perché il salvataggio si compia, ciò che trapela dalle stanze delle decisioni, è che il salvataggio non sarà per tutti, forse riguarderà un centinaio di lavoratori, scelti secondo criteri tutti da individuare.
TAHLES
E' aperta in queste ore un'altra questione lavorativa, relativa allo stabilimento della Thales Alenia Space di L'Aquila.Thales Alenia Space, leader europeo nei sistemi satellitari e maggior esponente nell'ambito industriale delle infrastutture orbiatali, è una joint venturetra Thales (67 %) e Finmeccanica (33 %) che occupa in 11 siti tra Francia, Italia, Spagna e Belgio, 7200 persone.
Al momento nel sito aquilano i lavoratori sono 300 cui si aggiungono 50 lavoratori di ditte esterne e altri dipendenti di aziende del territorio che si muovono intorno a Thales. Molti lavoratori della multinazionale francese a L'Aquila, subito dopo il sisma furono dislocati nello stabilimento di Roma. Ad oggi quasi tutti sono rientrati,tranne una ventina di loro che fanno avanti e dietro da L'Aquila a Roma. Il problema della Thales è riaprire uno stabilimento.
C'è ampia disponibilità dell'azienda che punta riattivare tutto entro il 2012. Tempi che però sembrano sempre più lontani per la lentezza burocratica. I terreni per lo stabilimento cui confluirebbero anche Selex e il Creu, è stata individuata e dal comune dell'Aquila in 130.000 mq2 nell'area sita di fronte al centro commerciale "L'Aquilone" nell'area L'Aquila ovest, terreno da espropriare a 120 proprietari. Però, è tutto fermo
Le autorizzazioni successive,infatti, necessarie anche per dare avvio agli espropri, spettano alla provincia dell'Aquila che fino ad oggi non ha messo in atto nessuna azione. Domani il consiglio provinciale che si riunirà a Celano discuterà anche la questione relativa a Thales. Senza quell'area non c'è futuro, da che, si intenderebbe che non c'è strategia di voler mantere una filiale di una multinazionale.
I soldi per ricostruire il sito ci sarebbero: una parte arrivano dall'assicurazione contro il terremoto stipulata dalla Thales prima del sisma, e in parte da investimenti di Finmeccanica, per un totale stimato intorno ai 42 milioni di euro. Una parte sostanziale spetterà al governo che dovrà stanziare un finanziamento attraverso un contratto di programma.
Al presidente della provincia dell'Aquila, Antonio Del Corvo, il compito di dare seguito al progetto di Thales.
Barbara Bologna
