"La Petroceltic Elsa - continuano gli esponenti Ecodem - oltre a ricevere parere positivo dal ministero dell'ambiente per sondare il mare davanti al lago di Lesina, a 12 chilometri dalle Tremiti e a 11 dalla costa, intende avviare ricerche petrolifere anche nell'area a 7,8 chilometri dalla foce del Fortore e a 4,5 dall'arcipelago paradiso dei sub di fama internazionale, per una superficie complessiva di 528 chilometri quadrati. Se la prima richiesta è in dirittura d'arrivo, mancando solo la firma del ministro, per la seconda non è stato ancora espresso un parere dell'ufficio Via, ma l'escalation impressionante che si è avuta negli ultimi anni coi Governi Berlusconi, dal 2001 al 2006 e dal 2008 a oggi non lascia presagire un esito diverso.
Infatti sono ben 17 le attività autorizzate nei nostri mari per l'estrazione o la ricerca di petrolio, e coinvolgono 7 regioni".
Per i due senatori Pd, "il tratto di Mar Adriatico di fronte alle coste pugliesi e abruzzesi sembra essere quello che attira maggiormente le attenzioni delle compagnie petrolifere, in gran parte straniere, sebbene il petrolio del basso Adriatico sia di cattiva qualità: è bituminoso, ha un alto grado di idrocarburi pesanti, è ricco di zolfo".
"I potenziali giacimenti sotto l'Adriatico - concludono - non sono certo così ricchi da poter in alcun modo influire sull'indipendenza energetica del nostro Paese, e dunque non porteranno nessun vantaggio economico ai cittadini.
Quello che causerebbero è invece un danno enorme in termini ambientali, e a farne le spese sarebbe in primo luogo il turismo, che riceverebbe un colpo durissimo se di fronte a coste bellissime sorgessero mostri di acciaio che spingono sulle rive bitume e catrame".