Abruzzo in numeri - II parte

09 Maggio 2007   19:16  
Proseguiamo il nostro viaggio tra i numeri che caratterizzano l´Abruzzo, esaminando in questa seconda parte le statistiche relative alle attività lavorative. Ancora una volta emergono disomogeneità, che, in una regione prevalentemente montuosa (per il 70% dei 10.000 Km2) e costituita da piccoli comuni (circa 240 su 305), colpiscono prevalentemente le aree interne. L’attuale governo regionale – come peraltro il precedente – ha posto il “riequilibrio” tra le priorità del proprio programma, essendo tra l´altro il Presidente Del Turco espressione appunto dell’Abruzzo interno e montano. I numeri più preoccupanti riguardano i tassi d’occupazione e disoccupazione dei giovani e delle donne, grossomodo in linea con quelli nazionali, che relegano l´Italia agli ultimi posti in Europa, appena prima di Malta. Tra le curiosità spicca la condizione di totale occupazione in 5 comuni, nei quali, però, la forza lavoro complessiva è costituita da un minimo di 22 persone a un massimo di 104 e l’assenza di disoccupazione giovanile in altrettanti comuni, dovuta però semplicemente alla circostanza che in quei comuni non ci sono giovani tra i 15 e i 24 anni…. Per quanto riguarda la dislocazione degli occupati, la maggiorparte degli Abruzzesi lavora nel settore dei servizi, mentre gli occupati dell’industria sono il 35% e quelli dell’agricoltura ormai solo il 6%. Ma lasciamo la parola ai numeri, come sempre tratti dalla pubblicazione “L’Abruzzo fotografato dai censimenti” a cura del Servizio Informazione Statistica della Giunta regionale d’Abruzzo, sulla base dei dati ISTAT 2001: 46,4% il tasso d´attività dell’Abruzzo ( inteso come rapporto tra la forza lavoro -occupati e in cerca d’occupazione- e la popolazione > 15 anni) a fronte del 48,56% della media nazionale; 200 e più i comuni il cui tasso d’attività è sotto la media regionale (i tassi d´attività inferiori alla media nazionale si registrano pressoché tutti nell’interno); 35,42% il tasso d’attività femminile (37,57% quello nazionale, peraltro tra i più bassi d’Europa); 41,6% il tasso d’occupazione (42,94 quello nazionale), con valori più bassi ancora una volta nell’aquilano e nell’Abruzzo interno in generale. La provincia di Teramo registra, viceversa, la più alta concentrazione di tassi superiori alla media regionale; 30,11% il tasso d’occupazione femminile, il più alto del Mezzogiorno (32,01% la media nazionale); 10,04% il tasso di disoccupazione (11,58% media nazionale), inteso come rapporto tra le persone in cerca d´occupazione e il totale della forza lavoro; 0 le persone in cerca di lavoro in 4 comuni, dove la forza lavoro va da 22 (Montelapiano, Chieti) a 104 unità (S.Eufemia a Maiella, Pescara); 15% il tasso di disoccupazione femminile (14,79% in Italia); 32% e oltre il tasso di disoccupazione giovanile in quasi tutto l’Abruzzo aquilano; 0 il tasso di disoccupazione giovanile in 5 comuni, nei quali semplicemente non vi sono giovani tra i 15 e i 24 anni; 6,15% degli occupati i lavoratori nell’Agricoltura; 35% degli occupati i lavoratori dell’Industria; 14% degli occupati i lavoratori del Commercio; 63% degli occupati all’Aquila lavora nei Servizi, il 58% a Pescara, il 57% a Chieti e Teramo; 19.031 e 13.527, rispettivamente, le donne e gli uomini occupati nella Sanità. Guido D’Urbano

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