Proseguiamo il nostro viaggio tra i numeri che caratterizzano l´Abruzzo, esaminando in questa seconda parte le statistiche relative alle attività lavorative.
Ancora una volta emergono disomogeneità, che, in una regione prevalentemente montuosa (per il 70% dei 10.000 Km2) e costituita da piccoli comuni (circa 240 su 305), colpiscono prevalentemente le aree interne.
Lattuale governo regionale – come peraltro il precedente – ha posto il riequilibrio tra le priorità del proprio programma, essendo tra l´altro il Presidente Del Turco espressione appunto dellAbruzzo interno e montano.
I numeri più preoccupanti riguardano i tassi doccupazione e disoccupazione dei giovani e delle donne, grossomodo in linea con quelli nazionali, che relegano l´Italia agli ultimi posti in Europa, appena prima di Malta.
Tra le curiosità spicca la condizione di totale occupazione in 5 comuni, nei quali, però, la forza lavoro complessiva è costituita da un minimo di 22 persone a un massimo di 104 e lassenza di disoccupazione giovanile in altrettanti comuni, dovuta però semplicemente alla circostanza che in quei comuni non ci sono giovani tra i 15 e i 24 anni
.
Per quanto riguarda la dislocazione degli occupati, la maggiorparte degli Abruzzesi lavora nel settore dei servizi, mentre gli occupati dellindustria sono il 35% e quelli dellagricoltura ormai solo il 6%.
Ma lasciamo la parola ai numeri, come sempre tratti dalla pubblicazione LAbruzzo fotografato dai censimenti a cura del Servizio Informazione Statistica della Giunta regionale dAbruzzo, sulla base dei dati ISTAT 2001:
46,4% il tasso d´attività dellAbruzzo ( inteso come rapporto tra la forza lavoro -occupati e in cerca doccupazione- e la popolazione > 15 anni) a fronte del 48,56% della media nazionale;
200 e più i comuni il cui tasso dattività è sotto la media regionale (i tassi d´attività inferiori alla media nazionale si registrano pressoché tutti nellinterno);
35,42% il tasso dattività femminile (37,57% quello nazionale, peraltro tra i più bassi dEuropa);
41,6% il tasso doccupazione (42,94 quello nazionale), con valori più bassi ancora una volta nellaquilano e nellAbruzzo interno in generale. La provincia di Teramo registra, viceversa, la più alta concentrazione di tassi superiori alla media regionale;
30,11% il tasso doccupazione femminile, il più alto del Mezzogiorno (32,01% la media nazionale);
10,04% il tasso di disoccupazione (11,58% media nazionale), inteso come rapporto tra le persone in cerca d´occupazione e il totale della forza lavoro;
0 le persone in cerca di lavoro in 4 comuni, dove la forza lavoro va da 22 (Montelapiano, Chieti) a 104 unità (S.Eufemia a Maiella, Pescara);
15% il tasso di disoccupazione femminile (14,79% in Italia);
32% e oltre il tasso di disoccupazione giovanile in quasi tutto lAbruzzo aquilano;
0 il tasso di disoccupazione giovanile in 5 comuni, nei quali semplicemente non vi sono giovani tra i 15 e i 24 anni;
6,15% degli occupati i lavoratori nellAgricoltura;
35% degli occupati i lavoratori dellIndustria;
14% degli occupati i lavoratori del Commercio;
63% degli occupati allAquila lavora nei Servizi, il 58% a Pescara, il 57% a Chieti e Teramo;
19.031 e 13.527, rispettivamente, le donne e gli uomini occupati nella Sanità.
Guido DUrbano
Ricevi la nostra newsletter giornaliera.