Abruzzo terra di riciclaggio: sequestrati beni del boss Spera

Appartamenti e terreni in Marsica

02 Settembre 2008   09:56  

La Direzione investigativa Antimafia - centro operativo di Palermo - ha confiscato beni per un valore di 3 milioni di euro a Giovanni Spera, 48 anni, figlio di Benedetto, capo della famiglia mafiosa di Belmonte Mezzagno e braccio destro di Bernardo Provenzano. Il provvedimento, disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo su richiesta della procura di Termini Imerese, ha interessato beni ubicati nella provincia di Palermo ed in alcuni centri della provincia di L'Aquila. A Giovanni Spera, inoltre, e' stata applicata la misura della sorveglianza speciale con obbligo di firma per tre anni.

Si tratta di beni immobili, imprese e rapporti bancari. Per Giovanni Spera, accusato di mafia, i giudici hanno anche ordinato l'applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno, per la durata di tre anni.

La confisca eseguita dal Centro operativo Dia di Palermo ha interessato beni immobili, imprese e conti correnti riconducibili a Giovanni Spera, a familiari e a persone comunque a lui legate. In particolare, il provvedimento firmato dal presidente del Tribunale di Palermo - Sezione misure di prevenzione - Antonio Tricoli, su proposta del procuratore di Termini Imerese, Alberto Di Pisa, riguarda quattro appezzamenti di terreno siti nelle province di Palermo e dell'Aquila, due appartamenti a Palermo, zona Corso Calatafimi, e ad Avezzano; l'intero capitale sociale, nonche' i beni aziendali della Calcestruzzi Santa Rita s.n.c., con sede a Belmonte Mezzagno, in contrada Casale; vari conti correnti bancari intrattenuti presso la filiale del Banco di Sicilia di Belmonte Mezzagno e un deposito a risparmio nominativo della filiale di Capistrello della Banca Popolare della Marsica. Giovanni Spera e' ritenuto socialmente pericoloso in quanto inserito nell'organizzazione mafiosa cosa nostra, nell'ambito della quale riveste un ruolo di assoluta preminenza. E' figlio del piu' noto Benedetto Spera, catturato nelle campagne di Mezzojuso il 30 gennaio 2001 dopo una lunghissima latitanza, gia' capo del mandamento mafioso di Belmonte Mezzagno, fedelissimo del clan corleonese, nonche' braccio destro di Bernardo Provenzano. Nel 1994 Spera jr. si trasferi' in Abruzzo, nella provincia dell'Aquila, allo scopo di sottrarsi ad una sanguinosa faida che, a partire dal luglio del 1991, si era scatenata tra la famiglia di appartenenza e fazioni contrapposte. Nel luglio del 1999, a conclusione di indagini svolte dalla Dia di Palermo, venne arrestato. Nel febbraio 2002 gli veniva inflitta, dalla Corte di Appello di Palermo, la condanna definitiva alla pena di cinque anni di reclusione. Tra i beni sottoposti a confisca, particolare rilevanza assume la societa' Calcestruzzi Santa Rita s.n.c., costituita nel 1992 ed avente ad oggetto, inizialmente, il movimento terra e lavori edili, cui si aggiunse, nel 1993, la redditizia attivita' di confezionamento di conglomerati cementizi e calcestruzzi. Nonostante una successiva serie di trasferimenti di quote ad altri soggetti, soprattutto a un cugino omonimo, gli accertamenti svolti hanno dimostrato la piena riconducibilita' dell'azienda a Spera.


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