Il suo volto era una maschera che per lungo tempo si è messa al servizio del cinema italiano. Enzo Cannavale di set ne ha calcati tanti, da quelli poveri dei b-movies, a quelli maestosi dei grandi autori come Eduardo, Trosi e Tornatore. Questo grande caratterista, rimasto umile fino alla fine, si è spento ieri a Napoli, alle soglie degli 83 anni, e ad un passo dal condividerne 40 con l'inseparabile moglie Barbara.
Il grande Enzo, nato a Castellammare di Stabia, ha praticamente vissuto da protagonista tutto il cinema degli anni '70 passando con disinvoltura da Dino Risi a Steno, da Francesco Rosi a Bruno Corbucci, da Marco Ferreri a Massimo Trosi. Riuscì addirittura ad arrivare agli Oscar grazie a "Nuovo Cinema Paradiso" di Tornatore, premiato come Miglior Film Straniero nel 1988. Quello fu un anno d'oro per lui, perchè conquistò anche il Nastro D'Argento al miglior attore non protagonista in "32 dicembre" di Luciano De Crescenzo.
Scoperto da Eduardo nel '59, quando era un umile impiegato alle poste, Cannavale ebbe subito la fortuna di essere diretto dal grande autore nella serie televisiva "Peppino Girella". Da allora, non ha più smesso di calcare palcoscenici, creando dal nulla una carriera strepitosa al fianco di autentici mostri sacri come Nino Taranto, Aldo Giuffrè, Luisa Conte e Ugo D'Alessio. Negli ultimi anni aveva notevolmente ridotto gli impegni lavorativi, limitandosi a piccole partecipazioni.
Nonostante i tanti capolavori a cui ha preso parte, Cannavale non ha mai rinnegato le scelte più popolari e decisamente meno impegnate. Indimenticabili le sue interpretazioni in titoli cult del cinema trash all'italiana quali "Tutta da scoprire", "La settimana al mare", "Una vacanza del cactus", "Sqaudra antimafia" e "Delitto al ristornate cinese".
Il cinema italiano perde una spalla sulla quale ha sempre potuto ridere.
Francesco Balzano