Affitti aumentati del 70% al quartiere Banca d'Italia: carteggio tra una cittadina e il Ministero

25 Luglio 2012   13:02  

"Gentile dott.ssa Marianna De Lellis,Riscontro la sua odierna segnalazione e quella pervenuta il 19 giugno incentrata sui dati OMI.La ringrazio per le informazioni trasmesse che hanno concorso al miglioramento della conoscenza dell’area del cratere aquilano.Cordiali saluti"

E' la telegrafica risposta dell'ingegner Aldo Mancurti, capo di Gabinetto del Ministro Fabrizio Barca, alla cittadina aquilana Marianna De Lellis, la quale aveva a lui inviato un nostro recente articolo sugli aumenti, anche del 70%, praticati dalla Banca D'Italia agli affittuari del quartiere aquilano di sua proprietà.

Affittuari che questi canoni non si possono permettere, ma che se non torneranno al quartiere Banca d'Italia, perderanno anche in diritto a rimanere nel Progetto CASE. Prendiamo dunque atto con un pizzico di soddisfazione che ora il governo ha ''migliorato la conoscenza dell’area del cratere''. Chissà se addirittura concorrerà a trovare una soluzione.

Perchè è evidente che sarebbero davvero soldi publbici sprecati, o meglio rubati, ricostruire L'aquila se i suoi abitanti poi  non potranno tornarci a vivere, o saranno costretti  ad andarsene prima.

La signora De Dellis aveva già scritto all'ingegner Mancurti, ancora una volta per segnalare il problema drammatico degli affitti aquilani sempre più alti e ''che limitano in maniera seria la possibilità di accedere alle risorse immobiliari a una fetta tutt’altro che irrilevante di cittadini.''

''Egr. ingegnere, le scrivo come da Suo invito a seguito del breve scambio avuto a termine dell’incontro del Ministro Barca a L’Aquila, a proposito della questione ‘affitti’. Le invio in allegato l’ordinanza 3769 del 15 maggio 2009 che fissava i parametri per la definizione dei canoni per gli appartamenti in affitto concordato con la Protezione Civile, utilizzati poi anche per definire i canoni degli alloggi del Fondo Immobiliare AQ e che in generale è diventata la base tariffaria di qualunque operazione di locazione abitativa anche privata, e la copia di qualcuna delle tabelle pubblicate dall’Agenzia del territorio sul suo sito, relative alle valutazioni degli immobili in locazione per i semestri immediatamente precedenti al terremoto del 6 aprile 2009.

Questo degli affitti a L’Aquila è un problema enorme, dal momento che gli attuali prezzi limitano in maniera seria la possibilità di accedere alle risorse immobiliari a una fetta tutt’altro che irrilevante di cittadini.

Tanto è paradossale la situazione che anche i costruttori preferiscono la locazione alla vendita degli immobili di nuova realizzazione. Di fatto viene difficile pensare che le tariffe adottate dal dopo terremoto siano semplicemente il risultato di un ‘libero mercato’ ( che soprattutto in condizioni emergenziali varrebbe la pena arginare, forse), a metà maggio 2009 si era ancora in fase di evacuazione dalle abitazioni e l’ordinanza 3769 ha bruciato i tempi del mercato stesso.

Non so esattamente quale possa essere la giusta forma di soluzione, ma la mia richiesta è di cercare un’azione possibile che veda: innanzitutto e nell’immediato, una rielaborazione delle valutazioni immobiliari da parte dell’Agenzia del Territorio. A tutt’oggi, l’Agenzia annuncia sul suo sito l’assenza di valutazioni immobiliari per il ‘cratere’ aquilano.

Mi rendo conto che la nuova configurazione urbana (che non riesco davvero a pensare ‘provvisoria’) possa richiedere un lavoro più complesso per l’Agenzia, ma è diventato assolutamente indispensabile.

E d’altro canto, chi vive quotidianamente la città ha ben chiaro in mente che pur non essendoci più un centro cittadino capace di rappresentare un parametro al quale far riferimento, basta rendersi conto di come siano distribuiti i servizi, di quali siano le condizioni della viabilità, di come lo stato di vivibilità di alcune zone siano profondamente diverse da altre.

Se L’Aquila è davvero ancora in condizioni di emergenza, e sicuramente è e resterà ancora per non poco in condizioni di eccezionalità, una soluzione può essere quella di creare ‘eccezionali’ criteri di rivalutazione degli immobili e delle locazioni, per tendere al ritorno di una qualche forma di normalità. In fondo i cittadini devono continuare a vivere qui, nella quotidianità, e non possono porsi in stand by fino a Ricostruzione completata, né assumere uno stile di vita da ‘studenti e/o lavoratori fuori sede’ il cui alloggio è condiviso e ripartito tra plurime casse.

Contemporaneamente al lavoro dell’Agenzia del Territorio, lo sviluppo di ipotesi di incentivo al ricorso a canoni di locazione adeguati alla reale situazione economica delle famiglie aquilane, o al contrario, di disincentivo alla richiesta di prezzi che sforino il range ritenuto equo dall’Agenzia del Territorio.

D’altronde pretendere canoni di affitto inadeguati significa esporsi al rischio di morosità da parte dell’affittuario, con conseguente ricorso a sfratti e pratiche legali con alti costi sia sociali che individuali. Conviene? La ringrazio molto per l’attenzione che mi ha concesso e che vorrà concedere alla situazione prospettatale.''Distinti saluti''


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