Afghanistan, I talebani: "Siamo cambiati, nessuna vendetta". Biden e Johnson convocano G7

18 Agosto 2021   09:40  

Anche stamattina folla all'aeroporto di Kabul per lasciare il paese. In pochi si fidano delle promesse dei talebani che assicurano: "No a vendette. Rispetteremo i diritti delle donne, se rispettano la sharia". Biden e Johnson convocano per la prossima settimana un G7 on-line. Il Canada annuncia che non riconosce il governo talebano. Per Cina e Russia, invece, ci sono segnali positivi 

Durante la prima conferenza stampa dopo la conquista di Kabul i talebani hanno assicurato: "Nessuna vendetta nei confronti dei collaboratori". Le donne "parteciperanno alla vita sociale, potranno andare a scuola", ma - hanno precisato - sempre nel rispetto della legge islamica, della Sharia.  I talebani hanno perdonato tutti, sulla base di ordini dei loro leader, e non nutrono inimicizia nei confronti di nessuno, ha affermato il portavoce, Zabihullah Mujahid, in una conferenza stampa. Mujahid ha dichiarato che "presto sarà raggiunto un accordo con cui verrà insediato un governo islamico nel Paese".  "Dopo 20 anni di lotta abbiamo liberato il paese ed espulso gli stranieri. E' un momento di orgoglio per l'intera nazione", ha detto,  L'emirato islamico dell'Afghanistan promette a tutti i paesi del mondo che l'Afghanistan non sarà una minaccia per nessun paese, ha detto il portavoce dei talebani.  

Sono in molti però a non credere alle promesse dei talebani. In Afghanistan c'è molta paura e i migliaia continuano a fuggire come possono. A non credere alle promesse dei talebani sono soprattutto le donne, che restano chiuse nelle proprie case in attesa di certezze. Ma non manca chi continua a lavorare e chi sfida la paura e scende in piazza. 

Ripresi voli militari per evacuazioni da Kabul Continua il ponte aereo che da Kabul riporta in Italia collaboratori afghani: un C130 con 85 persone a bordo è atteso oggi a Fiumicino, altre 150 sono in partenza. La diplomazia al lavoro 

L'Europa guarda preoccupata, in attesa di un'ondata di profughi. A livello interno, si cerca una transizione pacifica e il tentativo di mediazione è nelle mani dell'ex presidente Hamid Karzai - rimasto a Kabul - che ha creato, insieme al vicepresidente Abdullah Abdullah e all'ex capo dei mujaheddin, Hekmatyar, un gruppo di coordinamento per trattare con Amur Khan Mutaqi, il comandante talebano. 

Un G7 virtuale è stato convocato per la prossima settimana da lpresidente Usa Joe Biden e dal premier britannico Boris Johnson per concordare una strategia comune di fronte al caos in Afghanistan. Gli Stati Uniti minacciano sanzioni se mancherà il rispetto dei diritti umani e civili ma restano aperti al dialogo con i talebani. L'intelligence, secondo i media, avvisò dei pericoli. Tre commissioni a guida dem chiedono un'indagine al Senato.

Il Canada annuncia che non riconosce il governo talebano. Per Cina e Russia, invece, ci sono segnali positivi 


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