Airbag pericolosi: scattano i controlli su Citroen e DS3 anche in Abruzzo

21 Ottobre 2024   10:08  

Scatta l’allarme per i difetti sugli airbag delle Citroen C3 e DS3: rischio per la sicurezza dei passeggeri.

Importante svolta nel caso dei difettosi airbag di circa 190mila Citroen C3 e DS3 prodotte tra il 2009 e il 2019, veicoli ora oggetto di richiamo anche in Abruzzo. Il tribunale di Torino, accogliendo le richieste delle associazioni dei consumatori Adusbef e Codacons, ha ordinato a PSA Italia interventi urgenti per la messa in sicurezza dei veicoli coinvolti.

Il difetto, ritenuto estremamente grave, riguarda la possibilità che gli airbag si attivino in maniera anomala durante un incidente, esplodendo con tale forza da rilasciare detriti di plastica pericolosi per i passeggeri. Questo rischio è stato noto fin dal 2019, ma la casa automobilistica non avrebbe adottato misure immediate per proteggere i proprietari delle vetture.

L'azienda ha iniziato a inviare comunicazioni agli automobilisti, chiedendo di sospendere l’uso dei veicoli coinvolti, ma senza fornire immediatamente una sostituzione degli airbag o adeguate soluzioni temporanee. Per questa ragione, il tribunale ha imposto a PSA Italia di aggiornare immediatamente le informazioni fornite ai clienti, sostituire senza ritardi gli airbag difettosi e fornire auto sostitutive o voucher per il car sharing fino a completamento delle riparazioni.

Adusbef ha annunciato una class action per i proprietari di Citroen C3 e DS3, mirata a ottenere un giusto risarcimento per i danni e i disagi subiti. L’associazione esorta inoltre i consumatori a non utilizzare i veicoli interessati dal richiamo, poiché in caso di incidente l’assicurazione potrebbe non coprire eventuali danni.

La vicenda rappresenta un duro colpo per il gruppo PSA, che si trova ora costretto a fronteggiare non solo le richieste di risarcimento, ma anche a garantire la sicurezza di migliaia di automobilisti, con il rischio che la vicenda si estenda ulteriormente ad altri mercati europei.

Gli automobilisti abruzzesi, come quelli di altre regioni, sono invitati a conservare tutta la documentazione relativa alle spese sostenute a causa del fermo delle vetture, per poter successivamente richiedere un rimborso adeguato. La vicenda rimane in evoluzione, con nuove potenziali implicazioni per il mercato dell’auto e la sicurezza stradale.


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