Al Gore al Congresso, gli abruzzesi a Giulianova: basta petrolio

Gli Usa si preparano per Copenhagen

31 Gennaio 2009   12:58  
L'ozono è a rischio, il clima anche di più, le risorse naturali al limite. Non c'è più molto tempo per invertire la marcia e riparare ai danni commessi dall'umanità. A due anni di distanza dalla sua ultima audizione l'ex vice presidente e premio Nobel Al Gore è tornato nelle aule del Senato americano, dove ha elencato uno per uno gli obiettivi che gli Usa dovranno raggiungere in vista della conferenza che si terrà a Copenhagen per la fine dell'anno.

"La nostra casa, la Terra, è in grave pericolo" ha affermato Gore "Ciò che è a rischio di distruzione non è il pianeta in sé, naturalmente, ma quelle condizioni che l’hanno reso ospitale per l’umanità". Dopo aver introdotto la problematica della sopravvivenza umana, l'ex vice presidente ha discusso i particolari della situazione americana: " la nostra economia è nella sua più profonda recessione dagli anni ’30 del secolo scorso. E la nostra sicurezza nazionale è minacciata da una brutale rete terroristica, dalla complicata sfida di chiudere con onore la guerra in Iraq e al tempo stesso vincere lo scontro politico e militare in corso in Afghanistan. Mentre cerchiamo soluzioni per queste tre sfide, sta diventando sempre più chiaro come esse siano unite da un comune denominatore: la nostra eccessiva, pericolosa dipendenza dai combustibili fossili".

Nella visione riportata da Gore alla Commissione per gli affari esteri americana(peraltro presieduta da un altro ex-candidato democratico alle presidenziali, John Kerry),la dipendenza degli Usa dal petrolio estero, specialmente quello proveniente dai Paesi Opec, mostra di minare sempre più l'occupazione interna e lo stesso stile di vita americano: "finché continueremo a permettere che la nostra economia rimanga incatenata alle montagne russe dell’Opec, cioè della crescita/ diminuzione dei prezzi del petrolio" ha continuato Gore "la nostra occupazione e il nostro stile di vita saranno a rischio. Inoltre, poiché la domanda globale di petrolio cresce rapidamente e (crescerà ancora) a lungo termine, e nello stesso tempo il ritmo di rinvenimento di nuovi giacimenti sta calando, è sempre più ovvio che queste montagne russe sono destinate a crollare: e noi siamo nella carrozza di testa".

AMBIENTE ED ECONOMIA NON SONO INCOMPATIBILI

In seguito sono state discusse le problematiche relative al clima. Secondo Gore perseverare nell'utilizzo di combustibili fossili, e immettere ossia "70 milioni di tonnellate di inquinanti climatici nel sottile strato di atmosfera che circonda il pianeta", porterà gli esseri umani a raggiungere pericolosi punti di non ritorno. Si tratta di mutamenti climatici ed ecosistemici tali da distruggere le condizioni ambientali che hanno reso possibile la nostra crescita e civilizzazione. In questo punto del suo intervento il Nobel per la pace ha voluto riferirsi esplicitamente allo studio realizzato dalla Noaa e dai centri di ricerca francesi e svizzeri che Greenreport ha diffuso lo scorso martedì. Un'analisi che indicherebbe nei mutamenti relativi alle precipitazioni e nella crescita del livello degli oceani caratteri di maggiore irreversibilità rispetto a quanto finora sostenuto dalla comunità scientifica.

La falsa scelta. Nel corso del suo intervento il politico statunitense ha richiamato il concetto della "falsa scelta" tra ideali e sicurezza utilizzato da Obama nel suo discorso d'insediamento alla Casa Bianca: "per anni i nostri sforzi per affrontare il cambiamento climatico sono stati minati dall’idea che dobbiamo scegliere tra la salvaguardia del nostro pianeta e il nostro stile di vita, tra i nostri doveri morali e il nostro benessere economico: queste sono false scelte. In realtà, le soluzioni per la crisi climatica sono assolutamente le stesse con cui dovremo affrontare la nostra crisi economica e la sicurezza nazionale". Gore ha infine invitato -non si sa bene se per lobbismo o semplice e spontanea adesione alla piattaforma politica presidenziale- il congresso a sostenere con fiducia e senza esitare i 4 punti del piano Obama. Efficienza energetica, rinnovabili, rete nazionale dell'energia, e auto pulite rappresentano, per l'ex vicepresidente dell’era Clinton, "investimenti cruciali in grado di creare milioni di posti di lavoro e di affrettare il nostro recupero economico, oltre a rinforzare la nostra sicurezza nazionale e cominciare a risolvere la crisi climatica".

L'ABRUZZO CONTRO LA PETROLIZZAZIONE

Mentre gli Usa pensano a come non sfigurare a Copenhagen e ad invertire la marcia capitalistica per tornare ad uno stato di maggiore e più giusto equilibrio ecologico, in Italia vengono varati provvedimenti per estromettere Regioni e Comuni dalla valutazione di impatto ambientale nel rilascio delle concessioni petrolifere. Emblema locale della lotta contro la petrolizzazione, il Centro Oli di Ortona , prima di una lunga serie di battaglie civili e ambientaliste contro lo sfruttamento e l'impoverimento di una Regione che rischia di essere privata della propria autonomia.

Previsto per le 16.30 di questo pomeriggio, presso la Sala del loggiato del Belvedere di Giulianova Paese, l'incontro pubblico indetto dalle associazioni ambientaliste e dai comitati spontanei sorti nella provincia di Teramo, si pone l'urgente obiettivo di informare e sensibilizzare i cittadini sulla "convivenza impossibile" tra turismo e petrolio. Il convegno prevede la proiezione del documentario realizzato dal movimento spontaneo "Nuovo senso civico", “Viaggio nei Paesi dell’ormai” di Antonello Tiracchia, seguito dagli interventi di Dante Caserta (WWF Abruzzo), Claudio Censoni (Comitato Abruzzese Difesa Beni Comuni), Nino di Bucchianico(Comitato Natura Verde), Enrico Gagliano (Associazione Impronte) ed Alessandro Lanci (Nuovo Senso Civico). Sono sempre di più i cittadini abruzzesi che non accettano di barattare la propria salute, il valore immenso della propria terra e il turismo che ne deriva, con 15 anni di attività estrattiva, inquinamento, malessere paesaggistico, pochi spiccioli(royalties bassissime), e appena qualche posto di lavoro in più.

I TRE EMEDAMENTI DI COSTANTINI AL DISEGNO DI LEGGE 1441-ter

Mentre il neopresidente della Regione Gianni Chiodi ribadisce la propria esplicita contrarietà alla realizzazione del Centro Oli di Ortona, e si impegna nella realizzazione di un disegno legge in grado di neutralizzarne l'eventualità, l'ex candidato del centrosinistra e deputato dell'Idv, Carlo Costantini, stende una serie di emendamenti al disegno di legge 1441-ter attualmente in esame al Senato, e al ddl 1195, (risultante dallo stralcio deliberato dalla Camera dei deputati di alcuni articoli del ddl 1441 il 5 agosto scorso). Il contenuto delle tre modifiche realizzate da Costantini evidenzia tutta la serie di ansie e di timori emerse nel corso della campagna elettorale abruzzese, temi troppo spesso messi a tacere, o peggio ritenuti innocui, e che riguardano invece aspetti fondamentali come la salute e il destino ecologico dell'Abruzzo, ai quali il benessere della cittadinanza è indissolubilmente legato.

Il primo emendamento interessa l'articolo 16, comma 19, e ossia la parte del ddl volta a disporre che la valutazione di impatto ambientale per il rilascio dell'autorizzazione alla perforazione del pozzo esplorativo, non sia più di competenza della Regione, ma diventi di competenza dell'ufficio territoriale minerario per gli idrocarburi e per la geotermia competente. La modifica che Costantini intende presentare mira a sostituire la competenza di tale ente nazionale con quella della Regione: "Credo che per interventi cosi impattanti sul territorio, di cui abbiamo parlato diffusamente in moltissime occasioni, le procedure di valutazione di impatto ambientale debbano restare di competenza regionale".

Il secondo emendamento si rivolge ancora al comma 19 dell'articolo 16, questa volta focalizzandosi sul rilascio del permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in terra ferma. Si tratta di un procedimento che mostra chiaramente di escludere Comuni e autonomie locali dalla decisione di rilasciare o meno tale tipo di autorizzazione. "In buona sostanza -commenta Costantini, "le amministrazioni comunali dovrebbero subire a loro insaputa l'evoluzione di tutto il procedimento amministrativo finalizzato al rilascio del permesso per ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi sulla terra ferma, e dovrebbero essere posti a conoscenza del rilascio del permesso solo a procedimento amministrativo ormai ultimato". Come si sarò compreso, la variazione del deputato dell'Italia dei Valori punta al reinserimento dei Comuni nella procedura relativa al rilascio del permesso estrattivo.

La terza ed ultima modifica riguarda invece il comma 20 dell'articolo 16, che estende l'attuazione delle norme prima descritte (atte a ridurre ossia il potere delle autonomie locali) anche ai procedimenti già in itinere, quindi per le domande già presentate. Il politico di centrosinistra ritiene che tali richieste debbano essere gestite dalla precedente normativa, e interpreta questo comma come un possibile condono per le procedure già avviate, e prive dei requisiti dettati dalle norme anteriori a quelle in discussione al Senato. “Nessun condono, nessuna sanatoria”. Per Costantini l'autonomia della regione Abruzzo va difesa, e le leggi rispettate.



Giovanna Di Carlo

 

 


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