Albano (PD): Il qualunquismo di Costantini è violento e surreale

"E' ora di finirla con i derby territoriali"

04 Febbraio 2015   17:54  

Capita di rado, per fortuna, di dover commentare considerazioni (se così si possono definire) di una violenza e di un qualunquismo così smaccati da risultare surreali e stupide, in qualsiasi contesto vengano pronunciate.

Da un ex candidato alla Presidenza della Regione come Carlo Costantini, tuttavia, ci aspetteremmo almeno il minimo sindacale di visione se non strategica almeno regionalista.

Solleticare gli istinti campanilistici per ottenere qualche consenso facile nel breve periodo, affermare come fa Costantini che L’Aquila è una zavorra per l’intero Abruzzo, temo che porti alla luce un problema grave, che riguarda Costantini ma probabilmente anche un pezzo di classe dirigente di questa Regione.

E’ ora francamente di finirla con i derby territoriali, Pescara contro L’Aquila, Corte d’appello, sedi regionali, dirigenti e chi più ne ha più ne metta. Dobbiamo essere in grado di uscire da questa logica e capire una volta per tutte che continuare a guardare a un palmo dal proprio naso non giova a nessuno, danneggia L’Aquila, Pescara, danneggia tutto l’Abruzzo.

Dobbiamo essere in grado di acquisire e mettere in pratica una visione strategica che alla nostra regione manca ormai da troppo tempo, un’idea di sistema territoriale unico e coeso dove le diverse potenzialità siano valorizzate e unite, rivolte a un unico obiettivo. Ci riusciamo?

Le opportunità ce l’abbiamo. Costantini che ha più di anni di me e ha avuto incarichi politici più importanti dovrebbe riuscire a spiegarmi che il momento è quello giusto, che la crescita dell’Aquila può essere quella di tutta la regione e perché questo avvenga dipende solo da noi. Occorre aprire una nuova fase, che sia aquilana ma non nel modo miope che intende Costantini, aquilana all’interno del sistema regionale. La ricostruzione, la legge per L’Aquila capoluogo che può dare alla nostra città strumenti migliori per esercitare il suo ruolo, il nuovo ciclo di programmazione europea e l’opportunità di lavorare sulle macroregioni e sulle strategie europee per i territori, il quattro per cento dei fondi per la ricostruzione per lo sviluppo non solo del capoluogo ma di tutta la regione sono tutte occasioni da cogliere.

A sentire Costantini verrebbe da pensare che non ci sono speranze, che non c’è futuro finché avremo a che fare con un livello del genere del dibattito. Ma non ci arrendiamo perché siamo convinti che L’Aquila, al contrario di quello che pensa e dice Costantini, può dare tanto all’Abruzzo.

L’appello che rivolgo a tutte le forze politiche, sociali e alle migliori energie di questa regione è di comprendere che si è aperta una fase importante e decisiva per lo sviluppo non solo dell’Aquila, ma di tutto il territorio regionale.

Alziamo il livello del dibattito, ragioniamo sulla strategia e sul lungo respiro, a territori uniti e complementari. Si può cominciare da un primo passo: vedere le cose esattamente al contrario di come le vede Costantini, si può e conviene a tutti.  


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