Alessandrini toglie D'Annunzio da carte istituzionali, Mascia (FI): "Damnatio memoriae in atto"

"Se si rivotasse oggi, vincerei con il 60% dei consensi"

08 Agosto 2014   10:00  

Non si placano, negli ambienti del centrodestra pescarese, le polemiche riguardo la decisione, assunta alcuni giorni fa dal sindaco Marco Alessandrini, di rimuovere il logo dannunziano dalle carte intestate del Comune.

Decisione contro cui il gruppo consiliare di Forza Italia si era già opposto inviando una diffida al primo cittadino, ed ulteriormente stigmatizzata da alcuni esponenti del gruppo, su tutti l'ex sindaco Luigi Albore Mascia, nel corso della presentazione di una rassegna stampa provocatoriamente denominata "Prima raccolta delle confusioni Alessandriniane".

Tante le dichiarazioni e le decisioni del neo primo cittadino finite nell'occhio del ciclone dei forzisti, dal referendum su corso Vittorio alla duna della riviera sud, passando per la volontà di collocare all'ingresso del Comune, ma soprattutto la decisione di riservare a Gabriele D'Annunzio una sorta di "damnatio memoriae", come affermato dallo stesso Mascia.

"Ormai Alessandrini si comporta come come il Senato dell'antica Roma, quando l'assise decretava la cancellazione di quanto fatto in precedenza da qualcuno" - ha poi incalzato l'ex sindaco - "e secondo me è consigliato da qualche bolscevico. Inoltre, nella furia iconoclasta di questa amministrazione, sono venuto a sapere che si vorrebbe eliminare l'EuropAurum, quando invece in due mesi non ho sentito una sola proposta del sindaco".

In conclusione, Mascia ha indirizzato una ulteriore e più incisiva frecciata ad Alessandrini: "In tanti mi fermano per strada e dicono che mi voterebbero: se si tornasse alle urne oggi, vincerei con il 60% dei consensi".


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