08 Luglio 2007   17:21  
La "Festa degli abruzzesi nel mondo" di Penne, primo dei tanti appuntamenti che il Cram ha deciso di organizzare quest´estate in più comuni dell´Abruzzo, è stata dedicata a due esempi di emigrazione: quella, fortuata, dell´onorevole Antonio Razzi, che da operaio emigrato da Giuliano Teatino nella Svizzera tedesca a 17 anni, per lavorare in una fabbrica tessile, è diventato parlamentare della Repubblica italiana, e, quella sfortunata, di Sergio Giuseppetti (nella foto) - figlio di Giovanni (pennese emigrato in Argentina, dove è scomparso) - ucciso nel 1982, a 20 anni, come soldato di leva nella Marina argentina, nell´assurda guerra di occupazione delle isole Malvinas (o Flakland) rivendicate alla Gran Bretagna dell´ex regime militare ormai al tramonto che ha insaguinato il Paese sudamericano fino al 1983. Molta commozione sul palco e nel pubblico, nel momento della consegna "per non dimenticare" della targa commemorativa per i 25 anni dalla scomparsa di Sergio, al cugino Nicola Giuseppetti, in rappresentanza della madre Ernestina, rimasta in Argentina. "Tutte le guerre sono assurde - ha detto il sindaco Donato Di Marcoberardino - ma quella per le Malvinas/Falkland lo è stata ancora di più. I tanti giovani che sono morti dalle due parti non c´entravano niente ma il povero Sergio, italiano, ancora meno", caduto, peraltro, a soli tre giorni dalla fine delle ostilità. La targa è stata realizzata dal Comune, dal Cram, rappresentato dal presidente Donato Di Matteo, e dalla "Cristobal-Colon, presente il presidente Giovanni Grilli. Sul palco, per il dibattito e la commemorazione, anche Razzi, il consigliere provinciale Enzo Di Simone e quelli comunali pennesi Gabriele Pasqualone ed Ennio Napoletano, che, come Razzi, è anche componente il Cram. Il dibattito è stato preceduto dalla proiezione, nella sala consiliare, del documentario "Onorevole operaio", che la Tsi - Televisione svizzera italiana ha prodotto e trasmesso sulla vita di Razzi, unico parlamentare, appunto, operaio. "Ce ne vorrebbero di più di operai in Parlamento - ha detto il Sindaco - per risolvere i problemi del Paese". Di Matteo ha, invece, ricordato i tanti progetti in corso e per il futuro del Cram a favore dei nostri abruzzesi nel mondo "che sono cittadini di serie A come tutti, perchè, non bisogna dimenticarlo mai, dopo la guerra hanno contribuito notevolmente alla ricostruzione dell´Italia: dopo gli aiuti americani, quella delle rimesse dall´estero - ha ricordato il Presidente del Cram - rappresentavano la seconda voce del bilancio nazionale". I pennesi all´estero sono 12mila, come quelli che vivono in Abruzzo, ha detto Di Marcoberardino, e gli abruzzesi lontano sono pure loro quanto quelli che vino in regione, così come c´è un´altra Italia che vive all´estero (60 milioni), anche se, ha ricordato Razzi, "sono solo poco più di quattro milioni quelli di passaporto e iscritti all´Aire", che, quindi hanno il diritto di voto e di eleggere al Parlamento italiano i propri rappresentanti, come Razzi, eletto nell´Italia dei Valori, nel collegio Europa. Il parlamentare, presidente degli abruzzesi di Svizzera, e Di Matteo ha ricordato le cose più importanti che i Governi nazionale e regionale, e gli eletti all´estero, stanno facendo per gli italiani nel mondo, "soprattutto per quelli che soffono in Sudamerica", ha sottolineato il Presidente del Cram che, per esempio, ha citato le opportunità di formazione professionale e di promozione turistico-enogastronomica che la Regione (Cram-Assessorato all´Agricoltura) hanno messo a punto per promuovere il marchio Abruzzo tramite le associazioni di abruzzesi nel mondo, senza dimenticare il primo Centro di assistenza socio sanitaria che il Cram sta realizzando in Venezuela o la recente convenzione con la "D´Annunzio" per l´Università telematica attivata dall´Argentina per tutti i giovani italiani nel mondo. La festa si è conclusa in allegria con il concerto della Nuova Agricola Associazione, band di giovani abruzzesi dal sound che mischia sonorità moderne con testi in dialetto e melodie tradizionali abruzzesi.

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