Durante il vertice londinese la coalizione ha chiesto un sostegno massiccio alla difesa ucraina, puntando su missili a lungo raggio, garanzie di sicurezza e nuove armi antiaeree.
Alla luce del recente incontro londinese della Coalizione dei Volenterosi, ospitato dal primo ministro britannico Keir Starmer con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, emerge in modo netto l’appello rivolto ai Paesi alleati affinché potenzino la capacità a lungo raggio di Kiev. Starmer ha chiarito che è necessario dotare l’Ucraina di mezzi in grado di colpire in profondità il territorio russo, rafforzando così la pressione sul Cremlino. La fornitura di missili a lunga gittata, ha dichiarato, è uno degli strumenti fondamentali per impedire che la Russia possa dettare i tempi della pace.
Zelensky, dal canto suo, ha lanciato un monito duro: secondo il leader ucraino, il presidente Vladimir Putin punta a provocare un disastro umanitario in Ucraina durante i mesi invernali, sfruttando la vulnerabilità del Paese e gli attacchi ripetuti alle infrastrutture energetiche. Ha insistito affinché la questione dell’integrità territoriale non diventi oggetto di compromessi che favoriscano l’aggressore o incoraggino future invasioni. Solo una soluzione che sia forte, credibile e giusta potrà segnare una vera via d’uscita dal conflitto.
Nella stessa occasione, Starmer ha definito «ridicole» le richieste russe sui territori ucraini e ha sottolineato che gli alleati insieme agli Stati Uniti sono «più uniti che mai». Il messaggio è chiaro: qualsiasi negoziato futuro non potrà ignorare il diritto dell’Ucraina alla sovranità.
Da Parigi, il presidente Emmanuel Macron ha annunciato che nei prossimi giorni la Francia consegnerà ulteriori missili antiaerei Aster e nuovi aerei da caccia Mirage a Kiev, insieme a programmi di addestramento per i piloti ucraini. Finora sono stati inviati tre Mirage 2000 sui sei promessi, ma uno di questi è stato abbattuto in luglio.
Infine, sul fronte economico‐energetico, il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha dichiarato che Budapest sta cercando modalità per «aggirare» le sanzioni statunitensi contro le compagnie petrolifere russe, ribadendo il proprio diritto ad acquistare gas e petrolio dalla Russia se vuole ottenere riduzioni delle bollette per i cittadini ungheresi. Parallelamente, il rappresentante del presidente russo per la cooperazione economica internazionale, Kirill Dmitriev, è volato negli Stati Uniti per continuare colloqui bilaterali con la controparte americana.
In sintesi, il vertice conferma che il conflitto ucraino si mantiene su due assi paralleli: militare, con il rafforzamento delle forniture e delle capacità difensive ucraine; e diplomatico-economico, con l’effetto domino delle sanzioni, delle contromisure e della diplomazia energetica. Le prossime settimane saranno decisive per capire se gli alleati riusciranno a tradurre gli annunci in impegni concreti.