Ancora al suo posto l'ecomostro di Porta Rivera

28 Febbraio 2009   13:43  

Ancora polemiche a L'Aquila, non del tutto incomprensibili, per quello che tutti ormai da anni chiamano l'ecomostro di Porta Rivera, sul quale pende un'ordinanza di demolizione della Soprintendenza ai beni ambientali del lontano 1990.

Un palazzaccio edificato a ridosso delle antiche mura che ancora circondano gran parte del perimetro urbano medievale, e nelle immediate vicinanze di uno dei simboli della città, la fontana delle Novantanove Cannelle.

L'area è una delle più belle della città, ma probabilmente anche la più degradata.

Un progetto approvato dal Consiglio comunale all'inizio del 2007, dunque con la precedente amministrazione, prevedeva l'abbattimento del rudere ma la possibilità – per i privati proprietari – di tirar su due edifici ben più imponenti ancora una volta a destinazione commerciale e direzionale. La contropartita per la collettività consisteva nella realizzazione di una piazza e di sette stalli per gli autobus turistici, costretti ogni volta a far scendere i forestieri nei pressi della stazione ferroviaria, collegata al monumento da una stretta e pericolosa strada.

Il primo stop a quello che molti bollarono come un'operazione di rendita fondiaria e di aggressione al patrimonio storico-architettonico venne dalla Soprintendenza che appose un vincolo sulle antiche mura.

Progetto non di gradimento neppure per la nuova amministrazione, che al suo insediamento lo ha subito bloccato, con l'intento - da parte del primo cittadino - di intervenire per riqualificare l'intera l'area.

Risultato: l'ecomostro è ancora lì e del progetto di valorizzazione del borgo Rivera e della zona a ridosso delle antiche mura ancora neppure l'ombra.

(MS)


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