Anna Magnani, 44 anni la morte di "Nannarella"

26 Settembre 2017   13:27  

Nata a Roma, nata di marzo, figlia illegittima di padre ignoto. Cosi' potrebbe cominciare la biografia dell'attrice italiana piu' nota nel mondo, colei che forse meglio di chiunque ha incarnato il sentimento dell'italianita' (come la Bardot lo fu per i francesi) e che di recente il presidente del festival di Cannes, Gilles Jacob, ha voluto omaggiare in un breve film di montaggio chiamandola 'Lupa Romana'.

Anna Magnani era nata infatti a Roma il 7 marzo del 1908 ma per molti anni lascio' correre la leggenda per la quale sua madre Marina l'aveva concepita in Egitto, ad Alessandria. La confusione veniva dal fatto che la donna, una sarta originaria di Fano, abbandono' ben presto Anna alle cure della nonna materna e si trasferi' in Egitto seguendo un facoltoso uomo d'affari austriaco. Cresciuta nella Roma popolana e vitale degli anni Dieci, in una famiglia tutta di donne (oltre alla nonna c'erano cinque zie e un solo zio), Anna fu poi iscritta dalla madre (tornata per breve tempo in Italia, ma mai veramente legata a questa 'figlia della colpa') in un collegio di suore francesi, poi lasciato per il liceo e la scuola di recitazione. Solo molti anni dopo, in seguito a ricerche condotte in gran segreto, Anna avrebbe conosciuto il cognome del padre (un calabrese di nome Del Duce) e si sarebbe riappacificata con le sue radici.

Nel frattempo pero', sotto la guida di Silvio D'Amico (che le insegno' recitazione) Anna Magnani era gia' diventata attrice, soubrette, cantante, dividendo i primi passi della carriera con Paolo Stoppa che le fu sempre amico fedele pur lamentandone gli eccessi caratteriali e la fragilita' interiore. Arruolata nella compagnia Vergani-Cimara e poi in quella di Toto', la Magnani avvia dopo il 1929 una frenetica attivita' in palcoscenico, percorre tutta la penisola in tournee massacranti e viene instradata al cinema dal capocomico Antonio Gandusio che la presenta a Augusto Genina e Nunzio Malasomma che le offrirono piccoli ruoli nei film Scampolo e La Cieca di Sorrento (1934). Il suo vero pigmalione resta pero' Toto' con cui fa compagnia nel 1941, finche' Vittorio de Sica le offre nello stesso anno la prima parte cinematografica di rilievo in Teresa Venerdi'. Negli anni '30 era comunque apparsa in molte pellicole di successo, incoraggiata da Goffredo Alessandrini che la sposo' (infelicemente) nel 1935 e che avrebbe poi ottenuto solo molto piu' tardi l'annullamento del matrimonio. Il legame coniugale non limito' comunque la passionalita' della Magnani che, nel 1942, ebbe anche un figlio (Luca), frutto della breve relazione con Massimo Serato. Proprio quella gravidanza impedi' a Luchino Visconti di scritturarla per Ossessione (1943), ma l'appuntamento con il destino era solo rimandato: due anni dopo Roberto Rossellini le offri' la parte della Sora Pina in Roma Citta' Aperta e le schiuse definitivamente la porta del successo mondiale, diventandone anche il compagno nella vita privata.

Da quell'autentico trionfo, Anna Magnani divenne l'icona assoluta di un nuovo cinema italiano, il neorealismo, che conquistava le platee di tutto il mondo, celebrandone il personaggio e le straordinarie doti di veridicita' drammatica in una serie ininterrotta di capolavori: Abbasso la Ricchezza, L'Onorevole Angelina (Coppa Volpi alla Mostra di Venezia), Bellissima (Nastro d'Argento), Nella Citta' l'Inferno, Risate di Gioia. Intanto, lasciata da Rossellini che le preferi' Ingrid Bergman, Anna Magnani fu capace di emanciparsi dal ruolo di star totalmente italiana e, grazie all'amicizia con alcuni dei maggiori artisti dell'epoca, si invento' una seconda carriera internazionale: La carrozza d'Oro di Jean Renoir la rese beniamina di Francia, la Rosa Tatuata (scritta per lei da Tennessse Williams) e da lei interpretata per il cinema nel film di Daniel Mann, la porto' a trionfare a Hollywood alla fine degli anni '50, prima italiana a vincere un Oscar come migliore attrice. In verita' in quei film, come nei successivi Selvaggio e' il vento di George Cukor o Pelle di Serpente di Sidney Lumet, Magnani non veniva meno al cliche' costruito sapientemente sul suo personaggio di popolana volitiva, donna appassionata, madre mediterranea.

Proprio gli elementi che colpirono Pasolini e portarono questa inedita coppia allo straordinario successo di Mamma Roma, autentico terzo capitolo nella vita artistica dell'attrice. Che in seguito avrebbe tenuto a battesimo anche il cinema per la tv grazie al sodalizio con Alfredo Giannetti e avrebbe poi regalato a Federico Fellini, nel 1972 l'autentico volto di Roma nel film omonimo. Era l'ultima apparizione sullo schermo della Lupa Romana che si sarebbe spenta l'anno seguente nella sua citta', dopo una dolorosa malattia. Capelli corvini, pelle bianchissima (Tennessee Williams diceva ''la sua pelle ricorda il sapone del Devonshire''), sorriso contagioso, occhi immensi e appassionati, Anna Magnani e' qualcosa di piu' di una grande attrice: e' l'autentica diva del realismo cinematografico, un'interprete costantemente in presa diretta con la realta' che rappresenta. Proprio questo, agli occhi dei critici e degli spettatori, resta il suo piu' grande segreto che nessuno meglio di Rossellini (nella giovinezza) e Pasolini (nella maturita') avrebbe saputo cogliere e rappresentare.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore