Antonio Razzi confessa di essere nei guai

ex deputato e senza lavoro

12 Febbraio 2008   00:02  

Antonio Razzi disoccupato e "in mezzo a un mare di guai". L´ormai ex deputato dell´Italia dei Valori eletto in Europa lo confessa nell´intervista rilasciata a "Politicamentecorretto.com" diretto da Salvatore Viglia. L´Onorevole-operaio, per dirla con il titolo del celebre documentario sulla sua vita prodotto dalla Tsi svizzera, infatti, oltre che non essere più l´uno non è più nemmeno l´altro, dato che fu costretto alle dimissioni dalla fabbrica helvetica dove lavorava. "In Svizzera non esiste l’istituto dell’aspettativa per incarichi istituzionali come in Italia", spiega Razzi che rappresenta gli abruzzesi di tutta la Svizzera nel Cram regionale. "Sicuramente è una cosa ingiusta da esportare in Svizzera. Ora, all’età di sessanta anni che compirò il 22 febbraio prossimo, mi trovo (appunto, ndr) in mezzo in un mare di guai. Chi prenderebbe a lavorare un uomo a 60 anni? Ho lavorato 41 anni per la stessa fabbrica di filatura industriale. Pensi che, nonostante la nomina a deputato, ho continuato a fare l’operaio per ben due masi nel pieno delle mie mansioni per insegnare il mio lavoro specifico a quello che avrebbe preso il mio posto in fabbrica. Anche volendo, non sarebbe giusto, se mai fosse possibile, scalzare quel lavoratore per riprendermi il posto". Il giornale online ricorda a Razzi che, in fondo, col documentario proiettato in tv e in giro per il mondo l´azienda s´è fatta molta pubblicità e, magari, sarabbero disposti a riassumerlo. "Non so se ci sarà questa possibilità - risponde il Presidente della Federazione abruzzesi emigrati in Svizzera - Non ho mai parlato di questo con i vertici della fabbrica pur avendo avuto sempre contatti con il direttore e gli amici operai. Quando sono in Svizzera, mi sono sempre premurato di fare loro una visita. Credo che mi accetterebbero, ma cosa andrò a fare? Questo e il problema perché nell’ufficio dove lavoravo io ci sono altri ormai". Comunque, nessun problemi a metter di nuovo la tuta blu: "Mica è vergognoso - dice Razzi - fare l’operaio significa lavorare e chi lavora è una persona onesta. Non ci sarebbe nulla di male in questo. Si, è vero che dissi che pochi sanno attaccare un chiodo al muro tra i miei colleghi deputati. Mica chiamo i commessi per fare qualche lavoretto. Quando si è trattato di attaccare un quadro al muro del mio ufficio, l’ho fatto io personalmente". Naturalmente, prima di fasciarsi la testa, l´uomo di Antonio Di Pietro nel mondo tenterà di essere rieletto: "Siamo in fase di compilazione della lista - fa sapere - Avevo già anticipato la mia candidatura in quanto la mia coscienza è a posto. Ho lavorato, ho fatto tanto per gli italiani all’estero e adesso sono loro che devono valutare la qualità del mio lavoro. Non ho nulla da recriminarmi. Ho presentato cinque progetti di legge dove sono primo firmatario e tanti emendamenti tutti inerenti alle questioni dei nostri connazionali residenti all’estero". Di cosa va più orgoglioso? Della proposta di riduzione dell’Ici del 50% "per quegli italiani - ricorda - che, non essendo proprietari all’estero di alcun immobile, posseggono invece la casa in Italia. Sarebbe stato compito dei Comuni, operare la riduzione in questi casi. Il governo ci stava lavorando quando è sopravvenuta la crisi". Razzi è fiero anche di "due proposte cui tengo particolarmente. La prima riguarda il sostegno alle scuole che diffondono la cultura e la lingua italiana attraverso l’insegnamento a proposito della riforma della legge 153. Per gli italiani all’estero è un punto cruciale. La nostra lingua è amata in tutto il mondo allora è necessario che i nostri figli mantengano queste conoscenze. Mi sono battuto per avere la gratuità fino all’età di 16 anni per tutti i figli di italiani per insegnare loro la lingua e la cultura italiana. E’ un segno di riconoscimento verso quelle famiglie che per motivi di lavoro sono stati costretti a emigrare. Agevolare la divulgazione della lingua e della cultura italiana può rappresentare anche un ritorno importante in termini di rapporti, relazioni e di lavoro tra nazioni. Ritornerò all’attacco se verrò rieletto - così come - mi batterò per ridurre se non abbattere del tutto gli oneri di nettezza urbana a carico di tutti quei proprietari che risiedono all’estero: le sembra giusto che, nonostante lei non produca rifiuti di alcun genere perché non vive in quella casa, debba essere costretto a pagare gli oneri delle nettezza urbana? E questa è una cosa che riguarda tutti gli emigrati", ricordando pure che da componente del Cram Abruzzo ha sollevato il problema al Sindaco del suo Comune Giuliano Teatino (Chieti). "Nel mio Comune svizzero di residenza - invece - la tassa della nettezza urbana consiste nella vendita dei sacchi marchiati e vidimati: tanti sacchi, tanti soldi e guai a usare sacchetti alternativi. In questi casi le autorità sono molto severe contro i trasgressori. Il sistema è ottimo anche per la raccolta differenziata. Questo è uno di quei casi in cui un eletto all’estero, importa nel suo paese costumi e abitudini di altri paesi buone e già collaudate". Auguri di pronta rielezione, onorevole-operaio Razzi o, perlomeno, di successiva riassunzione nella sua ex fabbrica.

(PS)


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