Anversa degli Abruzzi, cenni storici e turistici

30 Giugno 2012   10:32  

 Anversa degli Abruzzi a 575 m. s.l.m. è ubicato all’inizio delle gole del fiume Sagittario, in uno scenario molto suggestivo.
I progenitori degli Anversani appartengono alla stirpe Peligna, mentre il nome di Anversa è ideografico perché formato da “amnis” (fiume) e da “versus ” (vicinanza) da cui Anversa.
I primi abitanti di Anversa risalgono all’età del bronzo intorno a tremila anni a.C., come fanno supporre ritrovamenti di un gran numero di statuette di terracotta raffiguranti buoi e quindi adoratori del Dio Sole.
Storicamente seguì le vicende delle famiglie feudali come i Di Sangro, che costruirono la rocca dominante il paese nel 1406.
Nell’ampia piazza si può ammirare la facciata della chiesa della Madonna delle Grazie, commissionata dai conti Belprato alla fine del XVI secolo, in pietra gialla tagliata a blocchi a coronamento orizzontale, con un grande portale rinascimentale datato 1585, ornato da motivi paganeggianti, mentre nella parte alta troviamo un rosone intagliato.
La facciata risulta così un miscuglio di romanico e di gotico, mentre l’interno della chiesa a tre navate è un miscuglio di romanico e di barocco.
Nell’altare maggiore troviamo un trittico del Cinquecento di influenza fiorentina, in sagrestia è esposto un trittico bizantino del ‘400 raffigurante la Vergine, San Francesco e l’arcangelo Michele.
Da vedere è anche una bella croce processionale in argento e smalto di scuola sulmonese del ‘400.
Dall’altra parte della piazza troviamo la chiesa di San Marcello dal magnifico portale di finissima lavorazione gotica, con una serie di colonne ricamate e slanciate a spighe e tortiglioni, superbo esempio di scalpellino, quanto di meglio ha realizzato la scuola abruzzese, opera del maestro Nicola da Sulmona.
Ad Anversa rimane ancora il rudere del castello fatto edificare dai Normanni nel XII secolo. Fu abitato dai conti Di Sangro. La sua bella torre fa da punto di avvistamento sulla conca peligna meridionale.
Anticamente vi erano altre due chiese: quella di San Vincenzo, edificata sui resti di un tempio pagano, attualmente scomparsa, e quella della Madonna della Neve con annesso monastero, che già agli inizi del IX secolo risultava in possesso dei monaci benedettini, della quale restano pochi ruderi.
Appena fuori del paese ci troviamo alla gola della “foce”, nella valle del Sagittario con un panorama molto suggestivo, con le montagne a picco quasi a sbarrare il passaggio.
La strada è tagliata nella roccia a strapiombo sul fondovalle. Sulla sinistra, sopra una montagna molto ripida, appare il paesino di Castrovalva vecchio pago e antica vedetta militare dei romani.

Anversa nel ‘500 fu anche centro fiorentissimo di umanesimo rinascimentale, che richiamava nel castello dei conti Belprato letterati e poeti da ogni parte e tra essi anche Torquato Tasso.
I Belprato, che avevano fondato un’accademia detta “degli addormentati”, tennero la signoria di Anversa peroltre un secolo e fu un periodo felice per gli Anversani, nel quale fiorirono le arti, la letteratura, i mestieri e le opere pubbliche.
Anversa è famosa per aver ispirato la tragedia di D’Annunzio “la fiaccola sotto il moggio” rappresentante la decadenza fisica e morale della nobiltà e del feudalesimo.


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