Approfondimento sull’IPA Adriatico Moving Abruzzo Forward

11 Ottobre 2009   11:44  

Nella giornata di venerdì 9 Ottobre si è tenuto a Pescara, presso l'auditorium De Cecco, un convegno di grande importanza pratica per ciò che concerne la presentazione dei progetti legati all'IPA Adriatico.

Il programma di cooperazione transfrontaliero IPA -Adriatico nasce per promuovere iniziative di collaborazione tra le Regioni di frontiera appartenenti al bacino del Mare Adriatico. L'obiettivo del Programma è quello di ridurre i principali squilibri socio economici esistenti nell'area ammissibile attraverso un processo di condivisione delle risorse e di sviluppo di azioni comuni su temi quali l'ambiente, l'innovazione, le reti tra istituzioni e i trasporti.

L' area ammissibile del Programma comprende, in Italia, le province di: Pescara, Chieti, Teramo (Abruzzo), Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna (Emilia - Romagna), Trieste, Gorizia, Udine, (Friuli Venezia Giulia), Pesaro-Urbino, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno - (Marche), Campobasso (Molise), Foggia, Bari, Brindisi, Lecce (Puglia); per il Veneto le province di Venezia, Rovigo e Padova.

Gli altri paesi dell'area Adriatica sono le aree costiere di Slovenia (provincia Obalno-Kraska), Croazia, Bosnia Erzegovina, Albania, Montenegro, Grecia (Corfù e Thesprotia) e Serbia entro ristretti limiti.

Ci sono due differenti possibilità di azione; o attraverso i progetti congiunti, caratterizzati dalla partecipazione di almeno due soggetti, uno avente sede in uno Stato Membro ed uno avente sede in un paese candidato/potenziale candidato all'ingresso nell'Unione Europea, o attraverso i cosiddetti progetti strategici che nascono in risposta a particolari criticità del territorio, hanno un alto livello di cofinanziamento, un partenariato esteso e una maggior durata rispetto ai progetti tradizionali. Tali interventi vengono individuati, di norma, dal Comitato Congiunto di Sorveglianza, e si caratterizzano per il forte legame che hanno, in termini di obiettivi, con le strategie di Lisbona e Göteborg.

In sala, la dottoressa Andreola, responsabile dell'autorità di gestione e la dottoressa Rossella Rusca, Dirigente Mise per i programmi di cooperazione europea, hanno dato un'importante "lezione pratica" su come compilare i progetti e soprattutto sulla qualità che questi devono avere, specificando che con l'IPA si deve porre l'attenzione più su un tipo di cooperazione concreta che su banali studi "sul colore degli occhi delle triglie". Questo per dire che tutto ciò che andrà ad essere finanziato dovrà avere come precipua caratteristica l'utilità e la realizzabilità oltre ad un imprescindibile spessore conoscitivo a livello internazionale.

I fondi messi a disposizione dalla Comunità Europea per tali tipi di lavori è di 218 milioni di euro. Per poter accedere al finanziamento i progetti devono avere un limite minimo finanziabile di € 500,000 mila e un limite massimo di € 5 milioni.

Ma in realtà chi può partecipare? Innanzitutto gli enti pubblici, poi gli organismi di diritto pubblico (quelli che svolgono attività a carattere generale, che hanno personalità giuridica e che siano sottoposti a controlli sia sull'attività effettuata sia a livello di partecipazione pubblica nel consiglio di amministrazione) ed infine gli organismi privati che abbiano la propria sede legale all'interno dell'area geografica prevista nel programma. (devono cioè, in termini semplici, poter fatturare nelle aree previste).

In ogni programma è necessario avere dei partners. I beneficiari possono essere dell'Unione Europea e extraeuropei.

Non si deve tralasciare che il fine ultimo di questi lavori è il rafforzamento delle capacità di sviluppo sostenibile delle regioni adriatiche attraverso strategie di azione concordate tra i partners dei territori previsti.

Non si tratta di un aiuto, ma di sviluppo sinergico e di cooperazione internazionale.

Le priorità del progetto sono: - la cooperazione di tipo economico-sociale ed istituzionale, - le risorse naturali e la prevenzione del rischio (vedi il problema degli incendi che ha duramente colpito l'Italia ma anche la Grecia) - l'accessibilità al network. Quest'ultimo punto è particolarmente degno di nota in quanto si parla molto di cooperazione internazionale ed altrettanto si lavora perché questa avvenga, ma occorrerebbe adeguare a questo impegno anche una buona viabilità, dei collegamenti veloci e quanto mai diretti, cosa ben lontana dalla realtà. Inoltre in molte zone è assente la banda larga, per cui sono completamente inutilizzabili le nuove tecnologie che consentono una comunicazione giornaliera ma non necessariamente fisica.

Per ognuna di queste priorità sono stanziati 25 milioni di euro. Attenzione però perchè l'85% di questa cifra è data da fondi europei IPA, il 15% è un cofinanziamento pubblico nazionale.

La parte giuridica del programma IPA è stata trattata dall'Avv. Francesco Cuddemi, il quale oltre a spiegare la possibile applicazione della legge sugli appalti al caso specifico, ci ha anche fornito i riferimenti giuridici dell'IPA. Questi sono da ricercare nel regolamento europeo 1085/2006 e nel regolamento europeo 718/2007 nel quale sono di particolare rilievo gli articoli 114, 108 per quanto concerne i controlli sui progetti.

La dottoressa Togna in un breve ma preciso intervento ha poi trattato proprio di questo tema specificando la dualità dei controlli stessi.

Essi, infatti, si differenziano in controlli di primo e secondo grado in relazione alle verifiche cosiddette amministrative(controllo sul 100% delle spese rendicontate) e verifiche in Loco che si svolgono a campione.

Interessante è stato anche l'intervento della dottoressa Olivera Del Cont, project manager Croata, la quale ha specificato le problematiche che si potrebbero presentare in sede di partenariato con alcuni paesi ricompresi nel progetto ma che hanno leggi e quindi regole completamente differenti rispetto all'Italia. Lei ha fatto l'esempio degli "aiuti di Stato" che in molti paesi, per esempio la Serbia, non esistono affatto. Ha inoltre precisato a mo' di monito di "guardare a vista" le spese effettuate da questi paesi con i fondi del progetto in quanto, non essendo abituati a gestire così grandi somme di danaro, si potrebbe correre il pericolo che li usino per scopi ultronei rispetto al fine ultimo (macchine blu che non sono assolutamente spese rendicontabili).

La piacevole mattinata si è conclusa con le parole del Presidente Chiodi che ha ribadito caldamente l'importanza della qualità dei progetti da presentare e l'augurio di buoni risultati.

Nel pomeriggio si è tenuto un workshop con le regioni dell'Emilia Romagna, Marche e Puglia.

Il termine ultimo per presentare i progetti, tutti ovviamente redatti in lingua inglese, è il 29 Ottobre alle ore 18:00. Per qualunque informazione ed anche per avere il materiale del convegno c'è a disposizione il sito www.adriaticipacbc.org

 

Francesca Aloisi.

 

 


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