Arrestati gli assalitori della questura di Pescara

11 Novembre 2008   07:31  
Un assalto in piena regola, un vero blitz armati di coltelli e mannaia, ma anche 'pesantemente' alterati da alcool e droghe. E' finito così con tre arresti l'attacco all'arma bianca alla sede della Questura di Pescara nelle prime ore del mattino. Tutto sarebbe nato, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, al termine di una notte brava: i tre sono Pino Di Tommaso, 42 anni, di Cepagatti (Pescara), Alessio Di Girolamo, 24 anni di Pianella, e Roberto Colaiocco, 25 anni, anche lui di Pianella, incensurato. Usciti ubriachi da un night di Villanova di Cepagatti hanno iniziato a chiamare il 112 ed il 113 per invitare le forze dell'ordine ad intervenire perché volevano che facessero uscire dal night alcune ragazze che avevano conosciuto poco prima. Le chiamate poi si sono ripetute per minacciare gli agenti per il loro mancato intervento. Fra le frasi usate dai tre: "Stiamo venendo lì, vi faremo vedere le lacrime" e, ancora, "vi spariamo come a quelli del Pilastro di Bologna". Durante una delle telefonate, Di Tommaso si è presentato come un ricco produttore di energia solare con due guardie del corpo a disposizione. Per i poliziotti, era già evidente il loro stato di alterazione. Arrivati davanti alla sede della Questura di via Pesaro in auto hanno inchiodato la vettura e si sono diretti verso la guardiola "in modo violento e aggressivo", con in pugno le armi bianche. Agli addetti alla vigilanza che li hanno bloccati, i tre anno detto di essere lì per "occupare la questura", di volerli "ucciderli tutti" e di volerli "bucare". Immediatamente sono intervenuti altri agenti che li hanno bloccati. Durante l'azione, c'é stata una colluttazione durante la quale quattro poliziotti sono rimasti contusi e hanno riportato una prognosi di sette giorni. I tre devono rispondere oltre che di tentato omicidio, anche di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e porto abusivo di armi. Dopo gli arresti, sono state compiute perquisizioni nelle loro abitazioni, durante le quali sono state trovate diverse armi da taglio. Venti erano custodite nella casa di Colaiocco; otto in quella di Di Tommaso. Delle indagini si sta occupando il Pm Andrea Papalia.

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