Arresto Mascazzini: liquami in Campania, veleni in Abruzzo

Chiodi: ''Non l'ho scelto io''

29 Gennaio 2011   12:55  

''Non c'è che dire, sono abbastanza sfortunato''. Commenta così presidente della Regione Gianni Chiodi all'indomani dell'arresto a Napoli di Giancarlo Mascazzini, ex-direttore del ministero dell'Ambiente, e appena nominato commissario per il rischio idrogeologico in Abruzzo.

Arrestato per una storia torbida e il caso di dire, di liquami di discariche sversate in mare della fu campania felix. Nell'inchiesta coinvolti anche Marta Di Gennarro, ex-braccio destro di Guido Bertolaso e l'ex-governatore Antonio Bassolino.

''La nomina di Mascazzini - si giustifica Chiodi - mi è stata suggerita dal governo'' e annuncia ''avrò l'opportunità di chiedere una sua sostituzione''. Ma ciò non basta a frenare il fuoco di fila di accuse e attacchi. ''Chiodi se li cerca con il lanternino i protagonisti della sua presunta rivoluzione meritocratica", ironizza Maurizio Acerbo di Rifondazione  comunista.

Sullo stesso tono Giorgio De Matteis dell'Mpa: ''Spero che non sia l'unico professionista in Italia che capace di occuparsi di frane in Abruzzo''. E incalza l'Italia dei valori ''L'Abruzzo, anche con il meccanismo dei commissariamenti, sta diventando crocevia di malaffare''.''Chiodi svende l'Abruzzo sull'altare romano '', aggiunge Camillo D'Alessandro del Pd.

Mascazzini, agli arresti domiciliari perché settantenne e perché potrebbe reiterare il reato, oltre a dover gestire 40 milioni di euro come neo-commissario, salvo rimozioni, all'indomani del sisma stato mandato dal ministero a L'Aquila per seguire la questione dello smaltimento delle macerie e la gestione della cava ex-Teges di Paganica.

Alla popolazione locale diede ampie garanzia sull'assenza di rischi per l'ambiente e la salute risultanti il conferimento delle macerie e garantì una successisva e totale bonifica dell'area.


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