Negli alberghi e nelle tendopoli è oggi giorno della febbrile consultazione degli elenchi, con nome cognome, dei 15.710 sfollati aventi diritto ad un appartamento del progetto CASE. C'è chi è felice perché la casa l'avrà subito, entro settembre, chi gioisce a metà, perché dovrà aspettare dicembre, oppure gli hanno assegnato un appartamento in uno dei quartieri più lontani dalla città, c'è chi è un single con pochi punteggi, e lui come altre 2mila nuclei familiari con casa distrutta, la casa per ora non l'avrà. Per altre migliaia di persone con case classificate b, c e d, o per molti sfollati che erano in affitto, questo è stato infine un giorno si fa per dire, normale, perché il progetto CASE non era cosa loro. Nel terremoto, scriveva Ignazio Silone, la natura realizza quello che la legge a parole promette e nei fatti non mantiene: l'uguaglianza.
Nella successiva fase della ricostruzione invece, c'è a chi va meglio e a chi va peggio. A seguire interviste.
FT