Che i tempi della giustizia italiana siano lunghi è cosa ormai risaputa, ma suscita egualmente stupore e disappunto la vicenda in cui è stato coinvolto un imprenditore di Teramo.
La vicenda ebbe inizio nel luglio del 1986, allorché a carico dell'imprenditore venne aperta una procedura fallimentare che, tra una cosa ed un'altra, è giunta a sentenza solo il 12 aprile 2013, vale a dire ben 27 anni dopo.
Tempi lunghissimi, che hanno spinto i legali dell'uomo a presentare ricorso in base alla legge Pinto, promulgata nel 2001, che riconosce il diritto di richiedere un'equa riparazione per il danno, patrimoniale o non patrimoniale, derivato dall'"irragionevole durata" di un processo.
La Corte d'Appello di Campobasso, lo scorso 7 gennaio, ha dato ragione all'imprenditore, riconoscendogli un risarcimento di circa 9.000 euro da parte del Ministero della Giustizia.