Balsorano, cenni storici e turistici

30 Giugno 2012   11:06  

Balsorano a 338 m. s.l.m. è l’antica ” Vallis Sorana” cioè valle Sorana, o di Sora. Sorge su una bella collina, all’ingresso della valle Roveto, in posizione isolata.
Del territorio comunale fanno parte i centri di Ridotti, Collepiano, Balsorano vecchio e Selva.
Di Balsorano si comincia a parlare già nel X secolo, data la frequente presenza benedettina.
Dal XIII al XV secolo la sua storia si identifica con quella della contea di Albe, da cui si stacca dopo la sconfitta di Ruggerone nel 1463, essendo passata in feudo ad A. Piccolomini, assieme a Celano: nel 1806 i Piccolomini perdono il feudo e i beni vengono acquistati da Carlo Lefevre (fondatore dell’industria meccanica).
Il possente castello Piccolomini, edificato originariamente intorno al XIII secolo come bastione fortezza, divenne poi residenza estiva dei Piccolomini e appartenne ai conti di Celano, ai Piccolomini, e poi ai Testa ed a Lefevre.
Attualmente è stato trasformato in centro alberghiero, mentre le vaste sale del maniero sono adibite a ristorante. È a pianta pentagonale, con torri cilindriche. Nel cortile un bel pozzo quadrato è inserito fra due colonne con bei capitelli del Quattrocento e lo stemma dei Piccolomini.
Da vedere ancora il convento dei frati minori con l’annessa chiesa di S. Francesco, nel cui interno troviamo un bell’altare maggiore in marmo con intarsi di madreperla, dei primi del Settecento (donato dai Piccolomini); un crocifisso del 1725; una statua lignea di S. Pasquale, del XV sec., la fontana di S. Martino all’ingresso di Balsorano Vecchio, lavoro del XVII secolo.
Poco distante dall’abitato la chiesetta trecentesca della Madonna delle Grazie ha accanto i resti di un antico castello.
A circa ore 1,50 di cammino, risalendo a nord dell’abitato in una bella valle, si incontra il santuario di Sant’Angelo edificato su un preesistente monastero benedettino dedicato a S. Michele e distrutto nel 1296.
La vicina grotta, adibita dai monaci a chiesa, con altare, coro e cimitero, conserva un affresco del 1553 raffigurante la Madonna dello Spirito Santo. Nelle vicinanze è una grotta più piccola detta delle “riconche”, importante dal punto di vista speleologico


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