Bancarotta, cinque anni di reclusione per l'ex pilota Di Giacinto

Condannati anche una delle due figlie e due collaboratori

18 Dicembre 2013   12:35  

La sua concessionaria di motocicli, una delle più grandi e presigiose d'Abruzzo, è andata fallita, provocando un crac di circa 5 milioni di euro, ed il tribunale di Teramo ha ritenuto ne fosse responsabile.

Erasmo Di Giacinto, 62 anni, ex campione italiano di motociclismo, è stato riconosciuto colpevole di bancarotta fraudolenta dalla corte del Tribunale, presieduta dal presidente Giovanni Cirillo, e condannato in primo grado a cinque anni di reclusione, al pari della figlia 34enne Emanuela (4 anni e 6 mesi)  e dei collaboratori Manuela Scipione, anche lei 34enne di Pescara, (3 anni e 6 mesi) e Sorin Let Radu, 28 anni, romeno (3 anni ed otto mesi in contumacia, poiché risultato irreperibile). E' andata invece assolta l'altra figlia di Di Giacinto, la 32enne Luana.

Condanne senza dubbio pesanti, anche se non quanto le richieste presentate dal pm Davide Rosati, che aveva ipotizzato per tutti l'associazione a delinquere: 7 anni e 10 mesi (con successiva libertà vigilata) per Di Giacinto, 5 anni e 10 mesi per la figlia Emanuela, 4 anni e 6 mesi per Radu, 2 anni e 10 mesi per Manuela Scipione, un anno e 10 mesi per l'altra filia dell'ex motociclista, Luana.

A determinare la maggiore lievità delle condanne è stata la caduta, nel corso del dibattimento processuale, del reato associativo, insieme alla derubricazione dell'accusa di truffa in insolvenza fraudolenta.

Secondo l'accusa, gli impiutati si sarebbero riuniti, tra il 2007 ed il 2008, in una vera e propria associazione a delinquere finalizzata all'evasione fiscale e alla truffa nei confronti di clienti e fornitori, tramite la gestione di diritto o di fatto di imprese poi fallite.

La vicenda partì dopo la denuncia alla GdF, nel 2008, di un cittadino che lamentò l'acquisto di una moto mai recapitatagli presso la concessionaria di Di Giacinto, dalla quale le Fiamme Gialle dimostrarono, nel corso delle indagini, come lo stesso fosse capitato a molti altri acquirenti, e nel 2010 ebben l'uogo l'arresto dell'ex campione.

Di Giacinto, inoltre, è stato già condannato all'inizio del mese a tre anni insieme alle figlie Emanuela e Luana ed alla collaboratrice Manuela Scipione per essersi indebitamente appropriato di 75 motociclette dello storico marchio Malaguti.


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