Bertolaso: ''Basta massacri mediatici, ecco le prove della mia innocenza''

Fatture pubblicate sul suo sito

26 Maggio 2011   15:31  

L'ex-capo della Protezione civile Guido Bertolaso pubblica sulla sua pagina web www.guidobertolaso.net le fatture e i documenti che ha consegnato ai magistrati per dimostrare la sua innocenza. Nell'ambito dell'inchiesta sul G8 della Procura di Perugia Bertolaso, come noto, è indagato per corruzione.

In un post pubblicato nell'esseziale e scarno sito, tutto il suo sdegno per il massacro mediatico di cui si sente vittima insieme alla sua famiglia:

IO INNOCENTE, ECCO I DOCUMENTI CHE PROVANO LA MIA TOTALE CORRETTEZZA

'' Apprendo, come al solito dai media e mentre mi trovo ad Haiti come volontario per l'assistenza alla popolazione colpita dal terremoto, dell'esistenza di una nuova serie di non meglio precisate circostanze che riguarderebbero il mio coinvolgimento nella vicenda ormai nota come inchiesta G8, che viene seguita dalla Procura di Perugia. Leggo dalle pagine web dei principali siti d'informazione italiani che mi sarei fatto pagare la riparazione della TV, la lavanderia, una vacanza in montagna e che mia figlia avrebbe ricevuto per qualche misterioso tramite un pagamento di 30.000 euro, cifra che deduco sarebbe servita, forse, a corrompermi.

Dopo la villa di Montecarlo, quella in un'altra località della Costa Azzurra, quella di Positano, la mia presunta residenza in Grecia e colloqui con giornalisti che diventano sibilline comunicazioni su loschi e segreti affari, anche oggi la bufala è servita: stando a quanto sono riuscito a ricostruire da Haiti, i 30.000 euro sono stati da me pagati alla ditta Ram restauri per i lavori fatti nella mia abitazione romana per un totale di euro 28.800, come provano i preventivi, le fatture e gli assegni che è possibile vedere sul sito cliccando qui.

Sconvolge la superficialità con cui si diffondono notizie che suonano come sentenze di condanna inappellabili, senza neanche far ricorso ad un minimo di verifica, e, soprattutto, senza tenere in alcuna considerazione i devastanti riflessi che io e la mia famiglia stiamo subendo da questi 15 mesi di massacro mediatico.

Infatti, presumibilmente, l'oggetto dei 30.000 euro da me pagati per una fattura intestata a mia figlia, è lo stesso della conferenza stampa dello 7 maggio 2010 a Palazzo Chigi, dove mostrai lo stesso assegno che ripresento oggi e che tutti hanno potuto vedere, filmare e fotografare. Non vale neanche la pena commentare la spesa per la riparazione della TV o della vacanza sulle nevi di Marilleva che non ricordo di aver mai frequentato.

Questa nuova diffusione di notizie relative all'inchiesta di Perugia dimostra ancora una volta quanto la mia fiducia nei PM del capoluogo umbro sia stata mal riposta.

Infatti nel corso di tutti gli interrogatori da me sostenuti, mai mi sono state contestate queste circostanze, né mai se ne è fatto il minimo cenno, impedendomi, di fatto, in quella sede, di fornire le ragioni della mia difesa: del resto, mai i magistrati inquirenti hanno voluto prendere atto dei documenti e degli atti da me depositati che confermano oggettivamente la mia totale estraneità alle accuse che mi vengono mosse.

Visto che ormai i processi si svolgono sui giornali e non nelle aule dei tribunali e che il periodo elettorale potrebbe svolgere una funzione di stimolo alla diffusione di talune notizie non del tutto verificate e sicuramente non oggetto di sentenza, invito chiunque volesse approfondire il mio caso giudiziario a navigare nel sito dove può trovare gli stessi atti che ho reso disponibili ai magistrati perugini e che gli stessi hanno deciso di ignorare nel formulare le loro accuse.

Inoltre, al mio rientro in Italia, resto disponibile a qualsiasi approfondimento pubblico, non tanto con i magistrati, ma con quei giornalisti che si abbeverano ai fontanili delle procure come fossero ciechi e sordi anche davanti all'evidenza.''

http://www.guidobertolaso.net/pdf/DOCUMENTI.pdf


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