Bertolaso: ''Cialente è un ingrato''

17 Giugno 2010   10:37  

'Spiace leggere le affermazioni del Sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, che paragona la protezione civile ad un debitore insolvente, affermazione che manifesta ingratitudine ed e' anche profondamente sbagliata poiche' in Abruzzo nessun debito e' stato lasciato dalla protezione civile''. E' quanto si legge in una nota del dipartimento della Protezione Civile, dopo le dichiarazioni del primo cittadino dell'Aquila che ha partecipato oggi alla mobilitazione pubblica alla Villa comunale dell'Aquila indetta dai Comitati cittadini per richiamare l'attenzione del Governo sui problemi ancora aperti nel territorio colpito dal terremoto di un anno fa.

''Infatti - prosegue la nota - per quanto riguarda gli alberghi, che nel momento della massima emergenza hanno accolto fino a 37.000 persone, la protezione civile ha erogato alla Regione Abruzzo, responsabile dei pagamenti, oltre 180 milioni di euro, l'ultimo lo scorso febbraio per 50 milioni di euro, cosi' come richiesto dal Presidente, Commissario Delegato, Gianni Chiodi. Il Sindaco Cialente sa bene che il lavoro fatto a L'Aquila non ha eguali nel mondo ed e' bene che eviti facili strumentalizzazioni su vicende che non hanno un briciolo di verita' e che non rendono onore allo straordinario lavoro di squadra fatto dopo il terremoto''.

''E' bene ricordare - aggiunge il dipartimento della Protezione Civile - che in Abruzzo nessuno e' piu' in tenda dallo scorso mese di novembre e che per la realizzazione di appartamenti per 15.000 persone, oltre 4.000 villette di legno, scuole che hanno consentito il regolare svolgimento dell'anno scolastico per tutti gli studenti, sono stati spesi 1 miliardo e 121 milioni di euro, oltre a 631 milioni di euro per le spese di prima emergenza. Siamo certi che quando Cialente afferma che 'la protezione civile ha lasciato debiti' - conclude la nota - non interpreti in alcun modo il pensiero degli aquilani e dei cittadini abruzzesi che sono stati soccorsi ed assistiti fin dal momento immediatamente successivo alle 3.32 del 6 aprile del 2009 e che, quando se ne rendera' conto, avra' l'onesta' intellettuale di scusarsi''.


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