Breve lettera ai grandi del mondo da una tendopoli

di Giusi Pitari

07 Luglio 2009   12:07  

Egregi Grandi del Mondo,

sono una cittadina italiana, al momento terremotata in Terra D’Abruzzo, a L’Aquila, ove voi vi troverete per il Summit delle più grandi potenze mondiali.

Oltre ai grandi temi del futuro del mondo che, badate bene, mi stanno molto a cuore, vorrei che vi soffermaste sul fatto di trovarvi alla periferia di un capoluogo di regione che, col sisma del 6 aprile, ha ricevuto ingenti danni ed ha perso anche 307 vite.

Le persone che abitavano nella zona interessata dal sisma erano circa 80.000; ora questi stessi sono dispersi tra tendopoli, alloggi sulla costa, case agibili e alloggi di fortuna. Se oltre a farvi un giro nel centro città pretenderete di girare anche nelle zone attigue al centro, vi accorgerete di quali danni la città ha subito e di quante poche persone sono ora residenti in loco: sono sicuramente molte meno di tutte le forze dell’ordine spiegate per il Summit.

Tutte queste persone hanno solo un interrogativo: che ne sarà di noi? Perché se è vero che alcuni alloggi antisismici sono in costruzione, è altrettanto realistico che non tutti potremo rientrare in città. Io spero che almeno la metà di noi potrà risiedere in città il prossimo inverno. Ma ho paura che non sarà così.

Abbiamo un unico desiderio: che i lavori per la ricostruzione delle nostre case possano seguire lo stesso veloce iter che ha avuto la sistemazione della sede che vi ospita. Vorremmo avere i nostri appartamenti rimessi a nuovo in un mese, vorremmo guardare le nostre aziende rinascere a settembre, desideriamo rivedere tutte le nostre strade aperte, ci piacerebbe vedere subito le nuove strutture che ospiteranno le nostre scuole, avremmo desiderio di veder ripartire la nostra Università tramite la possibilità di ospitare gli studenti, avremmo desiderio di conoscere in tempo reale cosa si sta facendo con i soldi raccolti per noi, in un mese vorremmo che le tende che ci ospitano fossero portate via, vorremmo uno sforzo collegiale per avere un zona franca che nel tempo ci porterebbe a rialzarci.

Se avete tempo, parlate anche di questo, siete a L’Aquila, non altrove.

Una cittadina aquilana


Foto di Roberto Zampino in creative commons su  www.flickr.com



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