'Bunga bunga', l'Italia è tutta una barzelletta

Nelle ultime ore, il web ha fatto conoscere agli internauti italiani un nuovo tormentone: il 'Bunga Bunga'. Questa era la barzelletta che veniva raccontata nel corso dei festini a luci rosse frequentati da Ruby, la minorenne che avrebbe fatto i nomi di Emilio Fede, Lele Mora e Silvio Berlusconi. Quindi, l'ennesimo scandalo osè degli ultimi anni, è finito col diventare oggetto di scherno e risate di grana grossa.

Bene, la barzelletta era già nota al pubblico televisivo più attento, perchè la raccontarono Claudio Bisio e Antonio Catania ad Antonello Piroso nel corso di "Niente di Personale". Ora, quella che sembrava solo una storiella da bar è finita al centro di un'inchiesta che fa sobbalzare alcune delle poltrone più importanti del nostro Paese. Le dichiarazioni della ragazzina, preciso, sono piene di contraddizioni. Potremmo, quindi, trovarci davanti a un tipico caso di calunnia.

Un fatto, comunque, c'è. Quando Ruby finì in Questura, a Milano, per via di una lite con la coinquilina, Berlusconi chiamò per essere messo a conoscenza della posizione della ragazza e, in seguito, quest'ultima venne rilasciata. Sebbene la polizia abbia precisato che non ci sia stato alcun trattamento di favore, un dubbio rimane: come mai il premier teneva così tanto al destino di una quindicenne, apparentemente, qualunque? A precisa domanda, si è difeso: "Sono una persona di cuore e mi muovo sempre per aiutare chi ha bisogno". Non entro oltre in una vicenda sulla quale sarà la giustizia, nelle sedi opportune, a fare chiarezza.

Intanto, però, i programmi tv si sono già scatenati sull'argomento in maniera più o meno seria. In "Parla con me", ad esempio, Elio e le storie tese hanno realizzato una nuova versione di "Waka Waka" intitolata "Bunga Bunga", per l'appunto. Tutto, insomma, è nato da una barzelletta e sembra dover finire come tale. Nessun discorso morale (guai a farne), basta tuffarsi sulla notizia e farla diventare un tormentone. Siamo in Italia, e anche se non ci resta che piangere ci ridiamo sempre su. Meglio cosi(?).

Francesco Balzano