"Attardarsi su localismi e polemiche fra associazioni non giova a nessuno. Tantomeno al Parco nazionale d´Abruzzo, Lazio e Molise".
Ad affermarlo è Alberto D´Orazio, presidente della Comunità del Parco, in merito alle dichiarazioni rilasciate a dall´On.le Rodolfo De Laurentiis (Udc) e da uno dei componenti della terna dei direttori, lista di tre nomi inviata in precedenza al Ministero dell´Ambiente per l´individuazione del nuovo direttore del Parco.
"Non so quali siano le preoccupazioni dell´Onorevole Rodolfo De Laurentiis - afferma il presidente D´Orazio - in merito alla nomina ministeriale del nuovo direttore, dott. Vittorio Ducoli. Agli organi dell´Ente e del territorio interessava che venisse nominato il direttore dopo anni di precarietà.
Per questo, come previsto dalla legge, è stata portata a termine la procedura concorsuale con serietà e correttezza. Al bando hanno risposto ventiquattro candidati, tutti di elevato profilo professionale.
Il Consiglio direttivo del Pnalm ha segnalato la terna e il Ministro, tra questi componenti, ha scelto il nome di Vittorio Ducoli". Per quanto riguarda i dubbi relativi alla procedura che ha portato alla nomina del nuovo direttore, D´Orazio precisa: "L´iter seguito è di una linearità esemplare. Se poi l´On. De Laurentiis ritiene che politici, parlamentari e partiti debbano perseverare nella pessima pratica di interferire e lottizzare ogni nomina, anche a scapito del merito e della competenza dei candidati, oltre che dell´autonomia degli enti, vuol dire che forse non si rende conto dello sfascio che questo sistema ha prodotto nel paese e che è giunta l´ora che qualcuno cominci a cambiare".
In merito all´intervento di Dario Febbo, che pone il quesito sul perchè tra i tre nomi sottoposti al ministero si sia scelto l´unico non abruzzese, il presidente D´Orazio dice: "Quanto alle dichiarazioni rilasciate ad un quotidiano da Febbo, credo sia giusto rivendicare le capacità degli abruzzesi di svolgere ruoli dirigenti nella conduzione dei paerchi, capacità del resto dimostrata in più occasioni.
I concorsi però sono nazionali e le valutazioni risultanti da un confronto chiaro e trasparente vanno rispettate, così come le determinazioni - conclude - di chi poi è stato chiamato a decidere".
(AGI)
