CONSIGLIO ABRUZZO APPROVATO ODG CONTRO VIOLENZA SU DONNE

13 Novembre 2007   18:23  
Il Consiglio regionale oggi ha recepito l´Ordine del giorno a firma delle consigliere Daniela Santroni ( Rifondazione Comunista) e Maria Rosaria La Morgia (L´Unione) in cui si dichiara l´adesione alla giornata mondiale contro la violenza sulle donne proclamata per il 25 novembre 2007. "Una data importante - commentano - in cui si riporta con forza e determinazione all´attenzione della politica e della società del nostro Paese un problema che tocca le donne con dati sempre più preoccupanti: - la principale causa di morte delle donne, comprese tra i 14 e i 44 anni, in Europa e nel Mondo è la violenza subita da un uomo; - l´indagine ISTAT, commissionata dal Ministero delle Pari Opportunità e resa pubblica nel 2006, stima in 6 milioni e 734 mila il numero delle donne che in Italia hanno subito violenza fisica e sessuale nella loro vita; - statisticamente il maggior numero di violenze sulle donne si consumano in ambito familiare e che i partner sono i principali responsabili (67,1% dei casi); - oltre il 90% dei casi di violenza non viene mai denunciato". Nell´Ordine del giorno, inoltre, dal momento che la Regione Abruzzo si è dimostrata sensibile a tale questione approvando nel 2006 la legge che istituisce i centri antiviolenza e le case di accoglienza per le donne maltrattate (L.R. 20 ottobre 2006, n. 31), si impegna la Giunta regionale a reperire risorse adeguate per rendere fattivo e concreto questo provvedimento legislativo quale valido strumento per rispondere alle necessità delle donne che si trovano esposte alla minaccia di ogni forma di violenza o che l´abbiano subita. "È necessario l´impegno della Regione Abruzzo a promuovere campagne pubbliche contro la violenza sulle donne - dicono La Morgia e Santroni - attivando una rete con le Province e i Comuni, e con le associazioni impegnate contro la violenza sulle donne, al fine di sensibilizzare l´opinione pubblica in modo permanente, e non solo in occasione di eventi tragici e a rifiutare ogni forma di intervento di tipo emergenziale, perchè la violenza sulle donne non è una questione di ordine pubblico, ma è una questione sociale e culturale, che non conosce differenze di classe, etnia, cultura, religione, appartenenza politica". (AGI)

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