Caccia e interventi finanziari, governo impugna due leggi regionali

07 Ottobre 2010   13:44  

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, e su conforme parere del ministero dell'Ambiente, ha impugnato la legge della Regione Abruzzo n. 39/2010 che detta il calendario venatorio per la stagione venatoria 2010/2011. La legge regionale, secondo il governo, è censurabile relativamente ad alcune disposizioni, concernenti le specie cacciabili e i periodi di caccia, che si presentano in contrasto con le norme di riferimento contenute nella legge statale quadro n. 157/1992. La Corte Costituzionale ha infatti affermato l'esistenza di limiti alla competenza regionale in materia di caccia, ritenendo che la tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, di competenza esclusiva statale, debba essere considerata un valore costituzionalmente protetto in relazione al quale si rinviene l'esigenza insopprimibile di garantire su tutto il territorio nazionale soglie di protezione della fauna che si qualificano come «minime», e costituiscono un vincolo per le Regioni. La legge quindi, secondo il Cdm, risulta invasiva della competenza esclusiva statale in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema.

Inoltre, il governo, su proposta del ministro Fitto e con il conforme parere del ministero della Pubblica Amministrazione e dell'Innovazione, ha impugnato la legge regionale dell'Abruzzo n. 38/2010, che contiene "Interventi normativi e finanziari per l'anno 2010"; due i profili oggetto delle critiche del governo.
La disposizione contenuta all'art. 2, fornisce un'interpretazione autentica del comma 2, dell'art. 34 della L.R. n. 17/2010, che a sua volta è stata oggetto di impugnazione governativa il 9 luglio 2010. Questa interpretazione autentica - osserva il governo - non supera i rilievi governativi formulati, bensì, nel precisare le modalità di deroga dall'obbligo di chiusura domenicale per gli esercizi commerciali, si pone ancora in contrasto con la normativa statale di riferimento, violando l'art. 117, comma 2, lett. e), in materia di tutela della concorrenza. Inoltre, il legislatore regionale all'art. 5, comma 4, ripropone una disposizione in materia di personale già prevista da una precedente legge regionale (l.r. n. 24/2010) e impugnata dal Consiglio dei ministri nella seduta del 17 settembre 2010. Anche in questo caso l'odierna modifica non supera i rilievi governativi a sua volta sollevati in quanto continua ad essere prevista una proroga generalizzata dei contratti di collaborazione vigenti violando gli artt. 3 e 97 della Costituzione, per il mancato rispetto dei principi di ragionevolezza, imparzialità e buon andamento dell'amministrazione.

SODDISFAZIONE DEL WWF PER IMPUGNAZIONE LEGGE CACCIA

Il WWF, in una nota, plaude all'iniziativa del governo di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge 39/2010 con cui la Regione Abruzzo aveva varato il calendario venatorio. Il WWF aveva inviato ad agosto una precisa richiesta al Governo sollevando nei minimi dettagli "le gravissime violazioni delle normative comunitarie e nazionali contenute nella legge, con particolare riferimento ai periodi di caccia". "Infatti - prosegue la nota - la legge regionale approvata il 3 agosto, su 30 specie cacciabili, per ben 12 prevede periodi di caccia piu' lunghi rispetto a quanto dettato dalla Commissione Europea. Inoltre l'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, organismo nazionale delegato, tra l'altro, al controllo della programmazione venatoria) aveva chiesto alla Regione di introdurre particolari precauzioni su 15 delle 30 specie dichiarate cacciabili dalla Regione Abruzzo, ma quest'ultima non ha seguito queste indicazioni. La Regione ha varato il calendario venatorio direttamente con legge regionale dopo le due pesanti sconfitte al TAR dello scorso anno. Un escamotage per evitare nuovi ricorsi visto che le associazioni non possono impugnare davanti al tribunale amministrativo le leggi. Approfittando di questo fatto e infischiandosene delle precise osservazioni presentate dal WWF in consiglio regionale in commissione, anche durante un'audizione, hanno pensato bene di introdurre periodi di caccia completamente in contrasto con le normative comunitarie in materia di tutela delle specie. Il WWF ha subito inviato un dettagliatissimo documento al Governo chiedendo di impugnare queste norme. Nel frattempo - conclude la nota - Febbo ha continuato ad attaccarci. Ora dovrebbe chiederci scusa e ridare almeno la delega alla caccia visto che continua ad accumulare censure come mai si era verificato nella storia della caccia nella regione". Domani, a latere della conferenza stampa sull'acqua in programma a Pescara alle ore 11 presso il Caffe' Letterario, il WWF lancera' un appello" affinche' la Regione Abruzzo torni immediatamente sui suoi passi anche perche' la fauna che viene uccisa con le attuali norme regionali non puo' attendere i tempi del giudizio costituzionale".


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