Prezzo del caffè alle stelle, tra materie prime in rialzo e la sfida di mantenerlo accessibile per i consumatori milanesi.
«Ammazzo il tempo bevendo caffè nero bollente» cantava Fiorella Mannoia nel 1983. Quarant'anni dopo, a rendere davvero bollente la tazzina a Milano sono i prezzi in costante crescita della materia prima. Dopo le ferie estive, un espresso arriva a costare in media 1,30 euro, una conseguenza diretta dell’aumento del prezzo dei chicchi di caffè: +4,3% nell'ultimo anno e un ulteriore 3,5% tra giugno e luglio.
Materie prime in rialzo
Secondo i dati dell’indice dei prezzi al consumo, a Milano l’aumento del costo della materia prima ha triplicato il tasso medio d’inflazione, che si attestava a luglio all’1,4%. Lo stesso trend riguarda altri prodotti come il cacao, che ha registrato un rincaro del 6,5% in un anno e dell’1,5% in un solo mese. Tra gli alimenti più colpiti, ci sono anche l’olio d'oliva e la carne, con prezzi in costante crescita a causa delle condizioni climatiche avverse che hanno colpito le coltivazioni. La siccità in Brasile e Vietnam ha infatti portato la miscela arabica a costare il 66% in più rispetto all'anno precedente.
Il caffè rischia di diventare un lusso
«Oggi vediamo una crescente preoccupazione dei consumatori per questi aumenti. Il caffè, e la pausa caffè, sono essenziali in una città frenetica come Milano, ma rischiano di diventare un lusso per molti» afferma Carmelo Benenti, presidente di Federconsumatori Milano. «Il problema principale è che mentre i costi continuano a salire, i salari rimangono sempre più bassi. Senza salari adeguati, ogni crisi economica si trasforma in un dramma, soprattutto in una città come la nostra.»
Gli esercenti resistono ai rincari
Gli esercenti milanesi, intanto, stanno facendo il possibile per contenere i prezzi. «Il caffè è il termometro del locale: aumentarlo rischia di allontanare una parte della clientela» spiega Fabio Acampora, vicepresidente vicario di Epam Milano. «Finché sarà possibile, continueremo a mantenere i prezzi. Noi, ad esempio, abbiamo deciso di mantenere quello fissato sei anni fa. Ritengo che gli esercenti milanesi possano sostenere ancora questi costi per almeno un altro anno, forse anche di più.»
A incidere sul prezzo della tazzina c’è anche il tipo di miscela acquistata: «Il mondo del caffè è vasto e offre un'ampia gamma di costi, con variazioni anche del 150% tra una miscela e l'altra». Nonostante i rincari, in città è ancora possibile bere un caffè al banco a 1 euro: dal bar siciliano all'Isola fino a quello vicino al Nazionale. Per chi è disposto a spendere un po' di più, aggiungendo 50 centesimi, può provare le miscele di Iginio Massari o Carlo Cracco. Tuttavia, per ora, il caffè resta ancora un piacere accessibile, anche se i prezzi continuano a salire.