Calabria: Arrestati Familiari per Vessazioni su Ragazzina Denunciante Stupro

22 Dicembre 2023   10:09  

Una giovane vittima di stupro in Calabria ha vissuto un incubo ulteriore, poiché i suoi stessi familiari, anziché sostenerla, l'hanno vessata con minacce di suicidio e tentativi di farla apparire incapace, invalidando così le sue accuse. In una drammatica operazione condotta dagli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Palmi, con il supporto dell’Upgsp della Questura di Reggio Calabria, quattro persone, due donne e due uomini, sono state arrestate e poste agli arresti domiciliari.

I quattro, fratello, sorella e i rispettivi partner della giovane denunciante, sono stati accusati di violenza e minacce per costringere la vittima a ritrattare la denuncia di stupro e intralcio alla giustizia, commessi in concorso tra loro. La vittima aveva subito uno stupro, e la sua decisione di denunciare non era stata accolta positivamente dai familiari.

L'attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi, è collegata all'operazione precedente denominata "Operazione Masnada," che aveva portato all'individuazione di 20 soggetti, alcuni minorenni, accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di due vittime minorenni. Alcuni degli arrestati erano legati a esponenti di vertice di cosche di 'ndrangheta.

Durante le indagini, la polizia ha scoperto che la giovane vittima era stata soggetta a vessazioni da parte dei propri familiari, in particolare dal fratello, dalla sorella e dai loro partner. Questi parenti, contrari alla sua decisione di denunciare, hanno costantemente cercato di ostacolare la sua collaborazione con gli investigatori, cercando in vari modi di farla ritrattare.

Tra gli episodi sconcertanti, è emerso che gli indagati avevano invitato la vittima al suicidio e avevano disattivato la sua scheda telefonica simulando uno smarrimento. Inoltre, avevano tentato di costringere la ragazza a sottoporsi a una visita psichiatrica con l'intento di ottenere una certificazione medica che attestasse la sua incapacità di intendere e volere, rendendo così le sue dichiarazioni inutilizzabili.

Parallelamente agli arresti domiciliari, sono state effettuate perquisizioni che hanno portato al sequestro di dispositivi elettronici, strumenti informatici e telefoni cellulari. La vicenda svela un lato oscuro e preoccupante in cui la vittima, invece di ricevere sostegno, è stata ulteriormente traumatizzata dai suoi stessi familiari.


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