"Caligola" e Santariga, le due nuove inchieste che sconvolgono l'Abruzzo

21 Gennaio 2012   13:15  

Si chiude una nuova settimana di terremoti giudiziari in Abruzzo. Storie di malaffare, corruzione e concussione, che ancora una volta hanno confermato quanto ogni mondo sia paese, in quanto a collusione tra politica e imprenditoria. E non sembra possa esserci stagione, per la nostra regione, che sia esclusa da vicende poco chiare che interessano i piani alti del potere.

Lunedì scorso l'arresto di sette persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione aggravata, falso in atti pubblici e occultamento di atto pubblico. Tra loro, spiccano i nomi di Vanna Andreola, potente dirigente regionale, e di Lamberto Quarta, segretario generale della Presidenza della Regione ai tempi di Ottaviano Del Turco. Ma nell'inchiesta ce n'è per tutti, destra e sinistra, potenti di ieri e di oggi: nel registro degli indagati il vice presidente della Regione Alfredo Castiglione, l'ex capogruppo del Pd all'Emiciclo Camillo Cesarone, e l'ex sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso. E' un sistema diffuso di appalti pilotati, assunzioni clientelari, tangenti camuffate da consulenze, quello smascherato dalla Squadra mobile pescarese sotto la direzione della Procura dell'Aquila. Di "attività sistematica e a tappeto" per "sfruttare ogni opportunità connessa a finanziamenti comunitari appoggiandosi a funzionari pubblici compiacenti" parla il giudice Marco Billi nella corposa ordinanza di custodia caulare.

Neppure il tempo di concludere gli interrogatori, di questa inchiesta che viene chiamata Caligola - secondo il commento di uno degli arrestati che rende l'idea di quanto fosse necessario assecondare le richieste del potente - che a metà settimana finisce agli arresti domiciliari nientemeno che il provveditore aggiunto ai Lavori pubblici Giancarlo Santariga. Avrebbe preteso auto con il pieno di benzina dall'imprenditore che si è aggiudicato l'appalto per la realizzazione della nuova caserma della Finanza di Pescara. L'accusa, è delle più pesanti per un dirigente pubblico: concussione. Il timore degli investigatori, ma non solo, è però quello che possa essersi compromesso anche nei lavori della ricostruzione dell'Aquila. Al Provveditorato, infatti, una ordinanza del commissario ha affidato il ruolo di "soggetto attuatore", di gestore, insomma, di tutti i cantieri degli edifici pubblici da ricostruire. Numerosi appalti da decine di milioni di euro ora al vaglio degli inquirenti. E in molti, dal "Mia Casa" al Pd, chiedono di rivedere questo affidamento.

"Due inchieste importanti", dirà alla fine di questa settimana convulsa il Procuratore Alfredo Rossini, spiegando come le indagini continuino "al fine di approfondire ogni elemento emerso". L'attività investigativa non si ferma: lunedì all'Aquila l'interrogatorio di Giancarlo Santariga, per il quale il Gip ritiene necessario che la misura cautelare duri per almeno 90 giorni, sussistendo - scrive - "un concreto pericolo di inquinamento probatorio".

(MS)


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