Camera di Commercio, salta la fusione con Pescara: se ne riparlerà nel 2015

Numeri insufficienti per far passare proposta in consiglio

11 Novembre 2014   12:28  

Circa una settimana fa sembrava praticamente tutto fatto, dopo il doppio assenso della giunta e la volontà conclamata di far seguire immediatamente i fatti alle parole.

Invece, almeno per ora, la fusione tra le Camere di Commercio di Chieti e Pescara non si farà: nelle ultime ore pare si sia infatti fatto largo una sorta di patto tra gli industriali teatini di Paolo Primavera e le componenti di Rete Imprese Italia delle varie Cna, Confesercenti e Confcommercio.

Per essere più precisi, la volontà politica di procedere alla fusione appare intatta, ma non se ne farà nulla nell'immediato: ogni discorso al riguardo, secondo alcune voci, sarebbe stato rimandato al 2015, per quanto l'immediata esecuzione di tale provvedimento appariva di fatto una strada obbligata, dal momento che entro il prossimo febbraio gli enti camerali che non raccoglieranno almeno 80.000 aziende andranno in crisi di bilancio (con la fusione, le aziende sarebbero in totale circa 95.000).

Più di uno potrebbero essere stati i motivi che hanno portanto all'improvviso rinvio della decisione. Da un lato, il fatto che un'eventuale fusione avrebbe garantito all'attuale presidente Silvio Di Lorenzo un ulteriore interregno di almeno 15-18 mesi, bloccando quindi di fatto la strada all'aspiante successore Primavera, e d'altro canto l'assenza oggettiva dei numeri necessari affinché la delibera passasse anche in consiglio camerale: tra accordi e consultazioni, infatti, i voti favorevoli alla fusione erano in tutto 16, due in meno al minimo di 18 indispensabile.


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