Cancellazione di tutte le Province: per l'istituto Leoni un risparmio di due miliardi di euro

30 Agosto 2011   13:02  

Incendieranno il dibattito politico, anche in Abruzzo, le novità introdotte ieri dal governo in Finanziaria.

Accanto agli emendamenti al decreto bis il Governo ha annunciato infatti che verrà presentato un disegno di legge costituzionale che oltre a dimezzare il numero di deputati e senatori, prevede la cancellazione di tutte gli enti Provincia, col passaggio delle loro funzioni alle Regioni ed anche ai Comuni.

Salvi invece i piccoli comuni. L'articolo della manovra che ne disponeva l'accorpamento sarà dunque sostituito con un nuovo testo che preveda "l'obbligo dello svolgimento in forma di unione di tutte le funzioni fondamentali a partire dall'anno 2013 nonché il mantenimento dei consigli comunali con riduzione dei loro componenti senza indennità o gettone alcuno per i loro membri".

Secondo la stima dell'Istituto Bruno Leoni, e fatto proprio dal governo, il risparmio risultante dal taglio completo delle Province si aggirerebbe intorno ai due miliardi di euro.

Ecco alcuni stralci dello studio:

Un'eliminazione completa porterebbe ad un risparmio di almeno 2 miliardi di euro nell'immediato, mentre un'eliminazione parziale, molto probabilmente, porterà ad un risparmio che potrebbe aggirarsi sui 300 milioni di euro.

Proprio dalle economie di scala potrebbe arrivare circa un miliardo di risparmi. Accorpare le funzioni infatti prevede una diminuzione delle spese in generale che potrebbe raggiungere il 10 per cento del totale.

A questi risparmi vi sarebbe da aggiungere il costo "politico" delle Province, che raggiunge i 140 milioni di euro.''

''I risparmi possibili dall'eliminazione delle Province includono diverse voci, che elabora i dati dell'Istat del 2009, ultimo anno disponibile.

I costi per amministrazione e controllo potrebbero essere eliminati totalmente se le funzioni provinciali fossero trasferite, secondo i casi, alle Regioni o ai Comuni. A tale costo è stato sottratto quello del personale, perché i dipendenti non possono essere licenziati, anche se molto probabilmente si tratta almeno in parte di un eccesso di organico difficilmente ricollocabile, viste le economie di scala che si produrrebbero accorpando le diverse funzioni. Comunque, almeno nel medio termine si può immaginare una graduale riduzione del personale attraverso il blocco del turn-over''

'' È bene precisare che, negli ultimi anni, le spese provinciali hanno subito un ridimensionamento, grazie alla diminuzione dei trasferimenti. Gran parte dei tagli si è assestata sulle spese in conto capitale, mentre le spese correnti tendono ad essere stabili.

Questo dato è preoccupante, poiché mostra che le Province fanno sempre meno investimenti, mentre non tagliano le spese per gli acquisti o le spese in personale.

Le spese in conto capitale sono diminuite del 28,4 per cento, mentre quelle correnti sono rimaste sostanzialmente stabili.

Le spese per il personale sono diminuite dello 0,3 per cento, mentre le spese per l'acquisto di beni e servizi continuano ad aumentare anche nel 2009.

Gli investimenti in opere pubbliche sono invece diminuiti di quasi il 30 per cento.

Le Province, dovendo scegliere quali voci di spesa tagliare, hanno scelto di non intaccare il personale (anche a causa dei pesanti vincoli di natura lavoristica) o gli acquisti correnti, ma hanno di fatto bloccato le opere in corso.

Di per sé, questo indica una pesante inefficienza nel processo di riduzione della spesa, a meno che non si voglia sostenere che le Province stavano realizzando opere inutili. Se così fosse, comunque, l'argomento per la loro eliminazione sarebbe ancora più forte.

Se invece gli investimenti eliminati erano utili, allora risulta difficile, specie alla luce di questo intervento, sostenere che essi non potessero essere realizzati da altri soggetti. In ogni caso, appare sempre più chiaro che più passa il tempo, e più le Province esistono unicamente allo scopo di mantenere le proprie stesse strutture.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore