"Esprimo amarezza e delusione per la decisione unanime della Commissione per l'Unesco, che ha scelto la pizza napoletana a rappresentare l'Italia nel 2017 e non la Perdonanza celestiniana.
Dobbiamo tutti fare autocritica e domandarci perche' una manifestazione unica per il suo valore storico, culturale e religioso non sia stata in grado di essere apprezzata dalla Commissione ministeriale".
Lo afferma il segretario regionale dell'Idv, Lelio de Santis, gia' assessore comunale.
"Evidentemente - osserva - la politica regionale e locale non e' stata capace di sostenere a sufficienza la Perdonanza a livello governativo, e le Istituzioni locali, a cominciare dal Comune dell'Aquila, hanno fallito la missione politica tesa a valorizzare l'evento culturale principale della citta', che riponeva molto sul riconoscimento dell'Unesco per rilanciare l'immagine della citta' e per ricostruire una prospettiva ambiziosa di sviluppo turistico legato alla cultura ed alla religiosita'.
Il Comune ha speso risorse finanziarie ed ha profuso tante energie utilizzando una strategia, un percorso ed una gestione inadeguati che non hanno fatto decollare La Perdonanza, lasciandola al contrario al livello delle tante ed indistinte Feste locali", commenta infine De Santis.
Tuttavia, dal presidente della Commissione nazionale italiana per l'Unesco, il prof. Giovanni Puglisi, si apprende che "Il Consiglio Direttivo ha deliberato altresi', all'unanimita' dei voti palesi, di trasmettere all'Unesco anche la candidatura della Perdonanza Celestiniana, opportunamente rivisitata, differita nella valutazione nel Comitato Mondiale di quest'anno, con l'auspicio che possa essere presa in considerazione all'interno del numero prefissato dei siti a livello mondiale da valutare nell'anno 2017.
"L'auspicio, inoltre, - aggiunge il presidente Puglisi - che possa trovare accoglimento anche la candidatura della Perdonanza Celestiniana da' speranza ad un'area culturale e geografica del nostro Paese come la citta' dell'Aquila meritevole di ogni incoraggiamento e sostegno".