Caritas, austerity e spending review fanno aumentare la povertà

19 Febbraio 2015   13:45  

"La poverta' e l'esclusione sociale determinate dalla crisi economica" sono state "aggravate dalle politiche di austerity e di spending review messe in atto in numerosi paesi dell'Unione Europea".

Lo denuncia il terzo Rapporto di monitoraggio dell'impatto della crisi economica in sette paesi deboli dell'Unione Europea, curato da Caritas Europa, presentato oggi a Roma.

In Grecia, Romania, Italia, Portogallo, Spagna, Irlanda, e Cipro, sono sotto la soglia della poverta' il 31 per cento della popolazione residente (+6,5 per cento rispetto alla media Ue).

L'Italia si posiziona su valori intermedi (28,4 per cento), cioe' nel nostro paese e' sotto la soglia della poverta' una persona ogni 4 cittadini.

Il valore molto elevato della Romania (40,4 per cento) dimostra come anche in presenza di alti tassi di occupazione la poverta' possa comunque essere rilevante (in work poverty). 
   
La poverta' "assoluta", invece, e' diminuita di poco dal 2012 al 2013 nell'Ue a 28 Stati: dal 9,9 al 9,6 per cento.

Tra i Paesi deboli, il fenomeno e' allarmante (14,9 per cento nel 2013) e stabile (16,1 per cento nel 2012), con punte massime in Romania (28,5 per cento) e in Grecia (20,3 per cento).

Nonostante l'incidenza della poverta' "nel lavoro", il numero di persone che vive in famiglie quasi totalmente prive di lavoro e' aumentato in tutti i 7 Paesi (fatta eccezione per la Romania): erano il 12,3 per cento nel 2012 e sono diventate il 13,5 per cento nel 2013.
La media Ue era pari al 10,5 nel 2012 e al 10,7 per cento nel 2013.


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