Case popolari, ricostruzione al palo. Oltre al danno la beffa...

Siamo a quasi un anno dal terremoto

23 Gennaio 2010   12:11  

“I 150 milioni di euro per la ricostruzione e la riparazione degli alloggi pubblici danneggiati dal terremoto sono da mesi a disposizione, ma nessuno dei soggetti attuatori ha fatto quello che era tenuto a fare. Così tante famiglie ancora sfollate non possono rientrare nelle rispettive abitazioni. Notevole è l'aggravio dei costi a carico dello Stato e ulteriori sono i danni arrecati alle strutture residenziali ed ai beni mobili, lasciati al completo degrado ed abbandono”. Lo scrive in una nota l'onorevole Pio Rapagnà, presidente del Movimento Mia Casa d'Abruzzo.

Gli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica dei Comuni del cratere danneggiati dal terremoto, SONO OLTRE 4.000.

"Al fine di favorire il tempestivo rientro delle famiglie nelle abitazioni dichiarate agibili, - scrive Rapagnà - lo Stato riconosceva un contributo per le spese relative alla riparazione dei danni di lieve entità fino ad un importo massimo di 10.000 euro a cui poteva essere cumulato un ulteriore importo di 2.500 euro per la copertura delle spese relative alla riparazione delle parti comuni degli edifici.

Tali contributi, riconosciuti per interventi di riparazione di elementi non strutturali e relativi a danneggiamenti di lieve entità (esito della verifica di tipo A) da concludere nell'arco di un mese, venivano disposti sin dalla Ordinanza n 3778 del 6 giugno 2009.

Inoltre, la successiva Ordinanza n. 3779 di medesima data, stabiliva le procedure che i Sindaci dei diversi Comuni dovevano avviare per l'accoglimento delle richieste dei contributi per rendere agibili gli alloggi con esito di tipo B e C e per la riparazione di porzioni di elementi non strutturali e degli impianti o alla riparazione di porzioni di elementi strutturali idonei ad assicurare migliori condizioni di sicurezza nel rispetto delle attuali norme tecniche delle costruzioni.

Il 19 maggio 2009 veniva peraltro emanata la Ordinanza n. 3771 la quale disponeva la “perentoria” decadenza del beneficio del contributo per l'autonoma sistemazione e del diritto a godere dell'ospitalità gratuita negli alberghi o altre strutture residenziali, decorsi 15 giorni dalla comunicazione, da parte del Sindaco al proprietario, della dichiarazione di agibilità della abitazione o dell'edificio.

Inoltre, il Dipartimento della Protezione Civile, al fine di rendere più spedita l'attuazione delle procedure previste dalle Ordinanze emanate, predisponeva diverse Circolari applicative, una delle quali forniva tutti i chiarimenti necessari per la eventuale ripetizione dei sopralluoghi su immobili già oggetto di valutazione di agibilità sismica e definiva i diversi gradi di danneggiamento degli edifici.

Meraviglia molto che, diversamente da altri argomenti pur di pari dignità e rilevanza sociale, su questa problematica della Edilizia Residenziale Pubblica, che riguarda interi quartieri popolari e coinvolge migliaia di famiglie tra le più povere e disagiate dei Comuni del cratere, tra i partiti e tra le personalità politiche abruzzesi, quasi nessuno abbia sentito il dovere di manifestare la propria solidarietà e dimostrare il proprio impegno concreto né a livello locale e regionale e né tantomeno a Roma, nel Governo e in Parlamento. E questo - conclude Rapagnà - non è affatto una cosa normale da far passare sotto silenzio".


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