Caso Lusi: L'inchiesta si allarga, i PM voglio sentire altri ex Margherita

02 Febbraio 2012   19:30  

Mettere subito in calendario "per una rapida approvazione" una legge sui partiti, è la richiesta del segretario del Pd Pier Luigi Bersani e del leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. "E' urgente procedere: diamoci tempi strettissimi" dice Bersani. Casini parla di "una settimana".

"L'ho cercato perché sono suo fratello ma non sono riuscito a parlarci. Una vicenda del genere sconvolge la vita delle persone. C'é un senso di riserbo e pudore finché le cose non verranno chiarite". Così Antonino Lusi, sindaco di Capistrello (Aq) e fratello del senatore Luigi Lusi, è intervenuto stamattina a "24 Mattino" su Radio 24 per parlare della presunta truffa da 13 milioni di euro da parte dell'ex tesoriere della Margherita: "Con lui non ho mai parlato di questa vicenda - ha aggiunto il sindaco Lusi - per cui ho appreso le notizie dai giornali. Abbiamo totale fiducia nella magistratura, nel contempo siamo vicini a una persona cara. Sui giornali ho letto delle autentiche mascalzonate che coinvolgono la casa di famiglia, mia madre morta da anni. Io e mia moglie abbiamo per esempio comprato la casa cui si fa riferimento sui giornali 40 anni fa. Metterei la mano sul fuoco sull'onesta di mio fratello? Io dico: ma è possibile che uno che voglia rubare 13 milioni si fa 90 bonifici ad personam? Se uno vuole rubare usa mezzi più intelligenti. Dall'unico ex partito con i conti non in rosso spariscono 13 milioni senza che nessuno sappia nulla? Quantomeno c'é molto da chiarire, non è che ci sia un onnipotente che gestisce il tutto senza un gruppo dirigente che quantomeno decida, dia delle direttive. Mi sembra un po' inverosimile".

Da giorni era scomparso da Palazzo Madama Luigi Lusi, irraggiungibile ai colleghi del gruppo Pd che volevano spiegazioni dei 13 milioni scomparsi dalle casse della Margherita. E così oggi il capogruppo Anna Finocchiaro, dopo avergli scritto una lettera rimasta senza risposta, ha riunito l'ufficio di presidenza che ha deciso la 'massima pena' per il senatore: escluso dal gruppo, di fatto espulso. Non va meglio all'ex tesoriere Dl né sul fronte giudiziario visto che i magistrati hanno respinto la proposta di patteggiare un anno di pena, né tra gli ex compagni di partito non disposti a vedersi restituire solo una parte, circa 5 milioni, di soldi. Il Pd fa quadrato contro Lusi e, dopo la decisione del gruppo al Senato, è tutta una corsa a prendere le distanze dalla 'mela marcia': il responsabile Giustizia Andrea Orlando pretende le dimissioni da senatore, l'europarlamentare Debora Serracchiani sostiene che "chi ruba non può far parte del Pd".

Toccherà ora al comitato dei garanti del Pd decidere se espellerlo anche dal partito dopo che ieri Pier Luigi Bersani ha assicurato che "non si faranno sconti". Ma certo il danno di immagine è grosso per il Pd in primis e per la politica in generale ed infatti oggi tutti in Parlamento sembrano aver riscoperto la necessità di rendere più trasparenti i bilanci dei partiti e riformare il meccanismo dei rimborsi elettorali, dopo che l'iter sulle proposte di legge è fermo da luglio. Dopo aver parlato con i magistrati, Lusi preferisce tacere. O limitarsi a smentire "dichiarazioni virgolettate riferite da terzi e da me mai pronunciate con dati e fatti totalmente privi di riscontro ma pieni di colore e suggestione". Un silenzio che contribuisce ad alimentare un clima di sospetti tra gli ex compagni della Margherita sulla fine del "tesoretto" scomparso dai bilanci.

Ettore Rosato, responsabile della campagna per le primarie di Dario Franceschini, smentisce che Franceschini abbia ottenuto da Lusi 4 milioni per la corsa alla leadership del Pd, come l'ex tesoriere disse a Parisi. "La campagna - chiarisce - costò 249.000 euro e le entrate sono state tutte derivanti da contributi volontari di singoli parlamentari e cittadini". Parisi si dice convinto della risposta del capogruppo Pd ma insiste sulla volontà di avere chiarezza sull'opacità dei bilanci. E c'é chi, come la deputata Pd Simonetta Rubinato, propone una sorta di class action di iscritti e eletti, costituendosi parte civile al processo. Oggi i pm hanno respinto come non congrua la proposta dei legali di Lusi di patteggiare per un anno e l'accordo potrebbe chiudersi con una condanna a 2 anni di reclusione o un po' meno visto che il massimo della pena é di 3 anni.

Altro capitolo è quello dei soldi presi alle casse della Margherita. Una trattativa è in corso tra l'ex tesoriere ed i legali dell'ormai estinto partito: Lusi avrebbe depositato in procura una bozza di fidejussione bancaria che copre circa cinque milioni di euro ma, a quanto si apprende da fonti parlamentari, per gli ex colleghi di partito non è una cifra sufficiente a garantire la completa restituzione dei 13 milioni.

PM POTREBBE ASCOLTARE ALCUNI PARLAMENTARI - La Procura di Roma potrebbe sentire come testi sul caso Lusi anche alcuni parlamentari: tra questi Renzo Lusetti, Enzo Carra e tutti gli altri firmatari del ricorso presentato al tribunale civile di Roma impugnare la validità dei rendiconti riguardanti il periodo 2009-2010. Il pm potrebbe ascoltare le testimonianze per chiarire tutti gli aspetti legati all' appropriazione dei 13 milioni di euro dalle casse della Margherita da parte dell'ex tesoriere Luigi Lusi. Il ricorso era stato presentato per contestare la regolarità dell'approvazione del rendiconto.

PM VOGLIONO ACCERTARE SE ALTRI SAPEVANO - Capire se altri esponenti della Margherita erano a conoscenza della spregiudicata gestione dei fondi da parte del tesoriere Luigi Lusi. Puntano anche a questo le indagini della Procura di Roma nell'inchiesta sull'ex tesoriere del partito che allo stato è l'unico iscritto nel registro degli indagati. Tra le ipotesi degli inquirenti è che l'ex tesoriere si appropriasse di somme di danaro confidando sull'omertà di colleghi che avrebbe potuto, in un qualche modo, eventualmente "ricattare". Ma su questa ipotesi per ora non si sarebbero trovati riscontri.

INDAGINE SI ALLARGA,VERIFICHE SU ALTRI FONDI - La procura di Roma ha avviato un nuovo filone di indagine sulla vicenda Lusi per verificare se ci siano state altre appropriazioni illecite di fondi. Per questo motivo gli investigatori passeranno al setaccio i documenti contabili del partito.


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