Caso Tarantini, Amicone: "Pronto a richiamare Lavitola se mi dovesse servire"

17 Settembre 2011   16:00  

"Non ho nulla da nascondere e da temere. Confermo il messaggio a Lavitola e, se servisse, sarei disposto a telefonargli ancora per dirgli di farmi parlare con Berlusconi per avere un ruolo nel partito o nelle istituzioni che possa essere utile all'Abruzzo e, certo, senza ipocrisia, anche a me". Lo ha detto Mario Amicone, presidente dell'Arta (Agenzia regionale abruzzese per la tutela ell'Ambinete) nel corso di una conferenza stampa, a Pescara, per fare chiarezza sulla vicenda del suo sms, apparso sul Corriere della Sera, inviato all'ex direttore dell'Avanti Valter Lavitola implicato nel caso Tarantini e tuttora latitante.

Amicone ha detto di avergli mandato anche altri sms per "rinfrescargli la memoria relativamente agli impegni presi da Berlusconi nei miei confronti e di un gruppo di amici. Non c'e' nulla di scandaloso".

Il presidente dell'Arta ha ricordato di aver lasciato l'Udc nel 2008 e di esser entrato a fare parte del Pdl e di aver ricevuto la proposta di aderire ad un movimento cattolico che si stava formando all'interno del partito, vale a dire, Alleanza di centro. Amicone ha spiegato che in occasione degli incontri per la costituzione di quel movimento ha conosciuto Lavitola, precisamente la prima volta a Roma, a Palazzo Grazioli; la seconda a Villa Vomano, nel teramano, durante la campagna elettorale di Berlusconi per le elezioni regionali. Amicone ha poi sottolineato che quando ha inviato il messaggio a Lavitola era presidente dell'Arta gia' da due mesi: "ho ottenuto questo incarico - ha sostenuto - con regolare bando di concorso e la presentazione di titoli e curriculum. Questo incarico - ha aggiunto - e' esclusivo, quindi, non posso averne altri di tipo elettivo. Il messaggio, dunque, non serviva per avere un altro incarico ma un ruolo determinante nel partito".

Amicone ha anche criticato l'atteggiamento del consigliere regionale (Prc) Acerbo e del senatore Mascitelli (Idv) invitandoli ad essere meno moralisti. "Chiedono le mie dimissioni ma devono farlo solo se trovano qualcosa riguardante la mia attivita' all'Arta, le carte sono a disposizione. Dovrebbero dimettersi loro".

Amicone ha ribadito di fare parte del Pdl e che non tornera' nell'Udc. "Non ho cambiato casacca per opportunita'. Stavo nel centro destra quando e' caduto il governo Del Turco ed eravamo all'opposizione e sono rimasto nel centro destra. La posizione di Casini mi sembrava poco affidabile. Il centro destra e' un lido sicuro per le mie ideologie".

Infine il presidente dell'Arta ha detto che "si sta perdendo molto tempo con cose che hanno poco a che fare con la politica e molto con il gossip. L'intercettazione che mi riguarda - ha proseguito - non solo non doveva essere pubblicata ma non doveva neanche essere trascritta perche' non c'entra niente con l'indagine. Per questo - ha concluso - mi sono rivolto ad un avvocato per vedere se ci sono gli estremi per querelare il Corriere della Sera".


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore