La tutrice nominata dal Tribunale dell’Aquila ribadisce che la valutazione sull’obbligo scolastico resta l’elemento decisivo per prorogare il periodo di osservazione nella struttura protetta.
«Siamo tutti sereni». Con queste parole Maria Luisa Palladino, tutrice designata dal Tribunale per i Minorenni dell’Aquila, ha risposto ai giornalisti all’arrivo nella casa famiglia di Vasto, dove dal 20 novembre si trovano i figli di Catherine e Nathan, la coppia protagonista del caso noto come quello dei “bimbi nel bosco”. Nella giornata odierna è previsto un incontro con il rappresentante dell’Ambasciata d’Australia, segno dell’attenzione internazionale che la vicenda continua a suscitare.
Interpellata sul parere negativo espresso rispetto alla richiesta di revocare il provvedimento di allontanamento, Palladino ha chiarito che il nodo principale riguarda la frequenza scolastica: «La questione che stiamo valutando è la scuola, perché il nostro ordinamento impone un obbligo preciso. Per questo si sta chiedendo una proroga, breve ma necessaria, per confrontarsi con i genitori».
Il tema educativo, dunque, rimane centrale nella decisione di mantenere i minori nella struttura protetta, dove sono seguiti da equipe specializzate che monitorano quotidianamente il loro percorso di adattamento. La tutrice ha sottolineato che il periodo di permanenza finora trascorso non è sufficiente per stabilire se le criticità emerse nei mesi precedenti possano considerarsi superate.
Insieme alla tutrice, anche la curatrice speciale, nominata sempre dal Tribunale per i Minorenni lo scorso 4 dicembre, ha condiviso la necessità di estendere il tempo di osservazione, ritenendo prematuro un rientro immediato dei bambini nella loro precedente situazione familiare.
Le prossime settimane saranno decisive per definire un quadro più chiaro, mentre prosegue il dialogo tra istituzioni, professionisti e famiglia.