E' atterrato all'aeroporto militare Arturo Dall'Oro di Pisa l'aereo con le salme delle altre quattro studentesse Elena Maestrini, Elisa Valent, Lucrezia Borghi e Valentina Gallo, morte domenica scorsa nell'incidente in Catalogna.
Ad accoglierle, a nome del governo, il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. Ci sono anche il governatore toscano Enrico Rossi e, tra gli altri, il rettore dell'Università fiorentina, i sindaci di Firenze e Pisa. Le altre tre salme erano state già rimpatriate.
Migliaia di persone si sono strette attorno ai genitori di Francesca Bonello, la studentessa genovese di 24 anni morta domenica scorsa in un incidente stradale a Tarragona, in Spagna, insieme ad altri 12 studenti Erasmus di varie nazionalità, che viaggiavano su un bus che si è ribaltato (sette le ragazze italiane morte).
Ai funerali della ragazza hanno partecipato anche il cardinale Angelo Bagnasco e il sindaco Marco Doria. Una funzione religiosa commossa ma al tempo stesso allegra, accompagnata dai canti e dai ricordi degli amici.
"Francesca era un inno alla vita" ha ricordato padre Francesco. La mamma della ragazza ha voluto ricordare anche le altre vittime dell'incidente con una preghiera per loro.
"Francesca mi ha insegnato tanto. Prego perché sia un ricordo di allegrezza e di aiuto agli altri". Così Anna Bonello, la mamma di Francesca, ha ricordato la figlia, durante i funerali.
"E' naturale volgere il primo pensiero a ciò che poteva fare, ma voglio invece pensare a ciò che è stata, a quello che ha fatto nel tempo che le è stato dato. All'aiuto che ha portato. Signore fai il miracolo di cambiare il lutto in danza", ha detto la donna.
Il fidanzato, Federico Germinale, un medico, non riesce a trattenere le lacrime mentre legge l'ultima lettera alla sua Francy.
"La prima volta che ti ho scritto una lettera è quando ho elencato le cose che mi piacevano di te: i capelli arruffati, la risata. Mi sono dovuto fermare perché non avevo più fogli.
Mi hai coccolato, poche volte, perché era da femminucce, ma quando succedeva era la cosa più bella del mondo. Se penso ai nostri momenti mi viene solo da ridere. Con te mi sentivo vero e autentico, libero. Mi hai preparato tanti piatti da finale di Masterchef in cui puntualmente trovavo un difetto. L'ultima volta che ti ho visto eravamo sul pianerottolo del tuo appartamento a Barcellona. Mi abbracciavi, piangevi e dicevi che non ce l'avresti fatta da sola. Ma tu ce l'hai sempre fatta, eri forte. Ora sono io che vorrei dirtelo e abbracciarti. Ora sarai il mio angelo custode".
Viterbo piange Elisa Scarascia Mugnozza. Il sindaco Leonardo Michelini ha proclamato per oggi, giorno delle esequie della studentessa Erasmus, morta domenica scorsa nell'incidente di Terragona, in Spagna, un giorno di lutto cittadino. Bandiere a mezz'asta, e alle 10, ora del funerale che si svolgerà a Roma, un minuto di silenzio negli uffici comunali. Il sindaco invita tutti gli uffici pubblici e l'intera città a osservare un minuto di raccoglimento in memoria di Elisa.
"La scomparsa di Elisa - ha ricordato Leonardo Michelini - ha suscitato unanime e profonda commozione da parte della città, anche per il forte legame di affetto e ammirazione alla famiglia Scarascia Mugnozza. La città intende manifestare a livello istituzionale la corale e sentita partecipazione al dolore dei familiari". Elisa era figlia del professor Giuseppe Scarascia Mugnozza, direttore del Dibaf dell'Università della Tuscia, mentre il nonno, Gian Tommaso, è stato il fondatore e primo rettore dello stesso ateneo.
Veglia per Lucrezia, 'Ci insegnavi a volare' - "Te, Lucrezia, ci hai sempre insegnato a volare, a guardare in alto", "però... ora tu sei andata troppo in alto, e non riusciamo più a raggiungerti!". Anche così le amiche hanno ricordato la grande energia di Lucrezia Borghi, morta in Spagna a 21 anni nell'incidente del pullman con studenti del programma Erasmus. Lo hanno fatto alla veglia organizzata a Greve in Chianti (Firenze), la cittadina dove la ragazza abitava con la famiglia.
Una folla composta, che a stento tratteneva il pianto e si faceva forza per controllare il dolore, si è radunata col parroco don Flavio Rossetti per pregare in ricordo di Lucrezia. Almeno in 300 hanno riempito la chiesa riversandosi pure nella piazza di fronte. Profonda la commozione. Tantissimi i giovani. La veglia è stata intervallata da brani di musica sacra. Al termine della preghiera, una per volta, le amiche hanno preso la parola. Lo hanno fatto le ragazze di Panzano, il paese vicino, quelle che come lei insegnavano catechismo e si dedicavano all'oratorio. Una ha ricordato così Lucrezia: "Eri sempre sorridente. Ma ieri sera siamo andati a letto col cuore in gola, che batteva forte perché non ci sei più. Solo il ricordo di come sei stata, ci risolleva. Ti penseremo sempre". Un'altra ragazza, riportando un episodio, ha dato il senso della forza di Lucrezia. "Era lei che ci spronava sempre - ha raccontato - Ci faceva coraggio, ci diceva di portare avanti le nostre cose, i nostri progetti, i nostri sogni, di non fermarsi". In chiesa c'erano le autorità, tra cui il sindaco Paolo Sottani. Sono partiti più applausi.
Moltissimi i ventenni come lei. La conoscevano bene. C'è chi piange, e non vorrebbe, non tutti ce la fanno a bloccare le lacrime. Ci sono anche gli amici del fratellino, più piccolo, che ha 14 anni. La veglia sarebbe dovuta durare mezz'ora. Ma la gente di Greve non riusciva ad andare via, a lungo ha voluto ascoltare chi era Lucrezia, una di loro.