Celano,cenni storici e turistici

03 Luglio 2012   14:06  

 Celano, a 800 m. s.l.m., ricca di tradizioni e di storia, è situata alle falde del monte Tino su un colle, sul lato settentrionale del Fucino, Patria di Tommaso da Celano, con Albe e Tagliacozzo fu uno dei più importanti feudi che dominarono la vita politica Marsicana del XIV sec.; in questo periodo, e durante tutto il medioevo, Celano fu “caput marsorum ”; vide in seguito diminuire la sua importanza nel lago da un lato per la fondazione di S. Maria della Vittoria ( fatta costruire da Carlo d’Angiò nel 1268), dall’altro per il conferimento di Pescina e del versante orientale del lago ai potenti de Balzo, conti di Acerra.
Dal contrasto di questi due poli politici Celano venne respinto verso la montagna, il che determinò l’economia prettamente pastorale opposta a quella agricola favorita dagli Svevi.
Durante questo periodo Celano fu possesso dei conti Berardi, potente famiglia che dominò nella contea dal X al XV sec. e che incise in materia determinante su tutta la realtà economica e politica del luogo.
Tra i monumenti religiosi più importanti ricordiamo: la chiesa di S. Francesco, fondata dal conte Ruggero da Celano nel 1256, con portale del sec. XIV di marmo bianco di scuola aquilana e altare in stile barocco; la chiesa del Carmine, sulla quale è murato un bel portale romanico del sec. XIII proveniente dalla distrutta chiesa di S. Salvatore a Paterno; la chiesa Collegiata di S. Giovanni Battista, la maggiore di Celano, risalente alla seconda metà del secolo XIII, a tre navate con affreschi di tradizione trecentesca. Ha un tabernacolo ligneo del ‘500 finemente scolpito, il coro dei canonici e cinque confessionali in legno pregiato del XVII secolo; la chiesa di S. Angelo, fatta costruire nel XV secolo da Lionello Acclozzamora ha nel suo interno alcuni altari in marmo colorato di notevole pregio, un organo con una tastiera di legno d’osso del 1575 e una campana installata nel 1631; la chiesa di Santa Maria di Valleverde (1455 - 1503), dove si trova una pregevole pittura ad olio raffigurante Cristo che si avvia al Calvario ed il Cireneo; la chiesa del Sacro Cuore, aperta al culto nel 1962 è d’arte contemporanea e presenta all’interno una “Via Crucis ”, costituita da una serie di tele di artisti famosi; la chiesa Maria Madre delle Grazie detta della Madonnina, ubicata alle pendici del monte S. Vittorino; la chiesa della Madonna delle Grazie, alle pendici del monte Tino, una delle più antiche di Celano, fondata intorno al 1100- 1200. A un lato della porta principale è un battistero in pietra e una pila dell’acqua santa. Le volte sono a botte e si possono ammirare affreschi di scuola marchigiana; la chiesa di San Rocco costruita nel 1388 con un’architettura molto semplice.
Il castello Piccolomini “guardiano del Fucino” che risale agli anni tra il 1392 e il 1451 e la cui realizzazione è avvenuta in tre fasi, segna il passaggio dalla fortezza medioevale alla residenza fortificata rinascimentale.
All’inizio il conte Pietro Berardi fece costruire la cinta muraria e i primi due piani del mastio fin sotto la cornice marcapiano, nel 1451 Leonello Acclozzamora, marito della Contessa Iacobella, nipote di Pietro, riprese la costruzione dell’edificio realizzando il piano nobile e le quattro torri d’angolo. Nel 1495 con la morte di Ruggerotto, figlio di Iacobella e dell’Acclozzamora, si estinse la dinastia dei Berardi.
Già dal 1463 però Antonio Todeschini Piccolomini, nipote di papa Pio II, era stato investito della contea di Celano da Ferdinando d’Aragona. Il Piccolomini apportò un grande contributo architettonico alla struttura del castello completando, aggiungendo e decorando; portò a termine il secondo piano del loggiato del cortile con archi a tutto sesto impostati su capitelli recanti i simboli della sua famiglia: la croce e la luna falcata. Fece aprire diverse finestre fra le quali quella rettangolare del prospetto principale, decorata con mostra a cassettoni e fece realizzare molte loggette pensili. Rinforzò la cinta muraria inglobando, negli angoli, le vecchie torri ad “u” con delle grandi torri circolari munite di scarpa nella parte inferiore.
Nel 1591 i Piccolomini vendettero la contea a Camilla Peretti, sorella del papa Sisto V. Dopo i Peretti la contea passò ai Savelli, in seguito agli Sforza Cesarini e successivamente agli Sforza Cabrera Bovadilla, ultimi conti di Celano, prima dell’abolizione dei feudi del 1806.
Dopo tale data la proprietà dell’edificio passò per tre quarti al marchese Claudio Arezzo e per il resto alla marchesa Giacinta de Torres, alla quale successero i Dragonetti.
Il castello, tra i più grandi dell’Italia centrale, si può definire un castellopalazzo a pianta rettangolare con torri quadrate e merlate sporgenti agli angoli. All’interno troviamo un cortile, anch’esso di forma rettangolare con pozzo-cisterna centrale, delimitato da un loggiato a ordini sovrapposti. Attualmente ospita il Museo marsicano storico-archeologico con interessanti reperti e opere d’arte della Marsica antica e medioevale.


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