Che fine ha fatto Mauro Repetto degli 883, l'intervista, il reincontro con Max ela speranza reunion

01 Maggio 2012   07:55  

Intervista a cuore aperto per Mauro Repetto, fondatore del gruppo 883 con l’amico di sempre Max Pezzali, e sparito dalle cronache musicali dal 1994, dopo la chiusura di quell’avventura. Ma non era stata una lite con l’amico degli anni del liceo a dividerli, anzi. Soltanto la sensazione di non essere più a suo agio con se stesso:

“Sì, mi sentivo inadeguato, un pesce fuor d’acqua: in realtà, le canzoni per eme erano quasi una scusa per stare insieme con il mio migliore amico; non avevo mai pensato di ritrovarmi in un “can can” che ci aveva trasformato in veri e propri idoli per migliaia di ragazzi. Mi ricordo che entrai in crisi è iniziai a chiedermi sempre più spesso: “Ma io che cosa voglio veramente dalla mia vita, dal mio futuro?”. In più, mi sentivo senza talento, e ciò accresceva la mia insoddisfazione. Non sapevo cantare, non sapevo suonare… e ballavo come un forsennato. Mi sentivo inutile, un peso pure per Max, perché quello non era più il gioco di due ragazzi e io non sapevo più chi ero veramente. Stavo impazzendo.

Non [ne avevamo parlato] apertamente, ma lui aveva capito tutto. Mi consigliò anche d’imparare a suonare il basso in modo da preparare le melodie di un nuovo disco, ma fu inutile. Così, il sabato di Pasqua del 1994, dopo esserci visti a casa sua, ci fu l’addio. Ricordo che Max mi disse: “Ok Mauro, ci vediamo lunedì alle 14″. lo, abbassando gli occhi, replicai: “Max, io veramente parto per l’America. Vado a Miami. […] Aveva capito il mio disagio. Ci mettemmo d’accordo: lasciai a Max il marchio 883 e conservai i diritti d’autore sulle canzoni pubblicate. Devo dire che ho ancora nelle orecchie le parole che mi disse mio padre la sera stessa a cena: “Sei un matto, altro che Uomo Ragno, tu hai ucciso la gallina dalle uova d’oro”. E fu inutile”.

Ma non è finita lì, perché nei 18 anni passati da allora Repetto ha tentato la fortuna prima in America e poi in Francia, dove ha cominciato a lavorare a Eurodisney come cow-boy, finendo per far carriera nella produzione organizzativa - si occupa gli eventi speciali - e soprattutto per trovare l’amore: lei si chiama Josephine, è sua moglie e gli ha dato i due figli, Dean e Carla. E poi, 18 anni dopo, ha rivisto Max Pezzali. Lo racconta così:

   

“Per diciotto anni avevamo perso i contatti e poi, incredibilmente, ci siamo rivisti. È accaduto un mese fa .. L’iniziativa è stata di Max. Aveva un impegno Parigi e ne ha approfittato per venirmi trovare a Eurodisney perché sapeva che io lavoro li come manager, organizzando gli’ eventi del parco. Me lo sono ritrovato davanti davanti all’improvviso come, un turista qualunque, con lo zainetto, la moglie e il figlio al seguito, ci siamo guardati negli occhi, abbracciati forte e poi siamo scoppiati a ridere: sembrava che ci fossimo lasciati il giorno prima …

 

Di colpo sono tornato indietro nel tempo, a Pavia, nella cantina di Max mentre provavamo a fare i cantanti, dividendo tutto, dalla passione per il cinema a quella per le moto. lo e lui al bar a raccontarci di donne, di sogni, di mille cose che dopo ci divertivamo a mettere in rima, perché, sa, malgrado per il pubblico fossi il “biondino ballerino”, in realtà le canzoni le scrivevamo insieme. Max, in questi anni, non mi è mai uscito dal cuore”

Inutile dire che un’intervista del genere è destinata a rinverdire le speranze di chi non ha mai smesso di sognare una reunion degli 883.

(gossipblog.it)


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore