Chieti, l'Università approva il nuovo statuto: Comuni e Province sono fuori dal Cda

25 Agosto 2011   07:53  

Le Province di Pescara e Chieti, insieme ai Comuni di Pescara e Chieti, si sono astenuti ieri mattina nel voto sul nuovo statuto dell'Universita' D'Annunzio di Chieti-Pescara che prevede, come stabilito dalla riforma Gelmini, l'esclusione di questi enti da Cda dell'ateneo, per effetto della riduzione dei membri del consiglio di amministrazione da 32 ad 11.

Lo statuto e' stato votato ieri mattina proprio dal cda. "Per la prima volta - dichiarano il presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa e l'assessore ai rapporti con l'Universita', Antonio Martorella - questa amministrazione ha istituito la delega ai rapporti istituzionali con l'Universita' con l'obiettivo di rafforzare e valorizzare la rete interistituzionale tra Provincia e Ateneo. Prendiamo atto con dispiacere che il nuovo statuto debba necessariamente recepire quanto previsto dalla legge Gelmini, tuttavia insieme ai rappresentanti degli altri enti abbiamo deciso, in assoluta sintonia, di astenerci dal voto sul nuovo statuto".

Il rettore Franco Cuccurullo, su esplicita richiesta dell'assessore Martorella e dopo aver ascoltato le motivazioni dell'astensione dal voto da parte della Provincia di Pescara e degli altri enti, ha manifestato la volonta' di certificare all'interno dello strumento del regolamento di attuazione dello statuto una formula che preveda il coinvolgimento e la partecipazione attiva degli enti locali alla realta' universitaria.

"Esprimiamo fin da ora la volonta' di continuare a collaborare con uno degli enti piu' importanti del nostro territorio - concludono Testa e Martorella - per cio' che concerne la formazione e la ricerca".

"La decisione presa dall’ Università G. D’Annunzio di Chieti, di escludere gli enti locali dal consiglio di amministrazione è politicamente e amministrativamente inaccettabile". A dichiararlo è il coordinatore provinciale di Fli e capogruppo a Chieti Alessandro Carbone. "Un 'no' deciso e articolato all'esclusione del Comune di Chieti e della provincia dal consiglio di amministrazione dell'ateneo, una decisione dunque, che rischia di far precipitare rovinosamente le relazioni tra ateneo e territorio. Oggi si registra anche sul versante universitario una politica di penalizzazione della Città capoluogo - afferma Carbone - che non può essere in alcun modo accettata e deve dare luogo ad una coerente e decisa azione politica ed amministrativa. L'Università non può essere chiusa, non aperta al contributo degli Enti Locali, in quanto considerata premessa per lo sviluppo futuro, al quale non può essere estraneo il territorio. Non si può cancellare della d'Annunzio la presenza delle istituzioni locali, Comuni e Province in primis".


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