Chiodi: Troppo facile dire sempre di si. Cambieremo l'Abruzzo

27 Dicembre 2010   13:07  

“Troppo facile esercitare la leadership dicendo sempre di “si” a tutto”. È uno dei passaggi più emblematici pronunciati nell'incontro di fine anno con la stampa dal presidente della Regione Chiodi.

Espressione che contiene un chiaro segnale di discontinuità con il passato, con le amministrazioni che si sono succedute nel corso degli ultimi anni, alle quali il governatore torna ad attribuire la responsabilità del deficit della Sanità. Voragine che gli abruzzesi ancora scontano sulla propria pelle, pagando le tasse più alte d'Italia. Di qui, l'appello alla responsabilità che Chiodi rivolge a tutte le forze politiche, comprese le opposizioni, affinchè il Consiglio approvi entro il 31 dicembre la finanziaria, “nell'interesse degli abruzzesi” dice. Affermazioni, nelle quali qualcuno ha letto una minaccia di dimissioni in caso di slittamento nell'approvazione del documento.

Il presidente della Regione confida nei prossimi tre anni di legislatura: saremo la prima giunta – dice – a lasciare un debito inferiore a quello trovato, un numero inferiore di enti strumentali, di primari, di dirigenti, e di personale precario.

Poi, un pensiero ai familiari delle vittime del sisma.

Il governatore, sollecitato dai cronisti, giustifica infine così il ritardo con il quale è venuto alla luce il nuovo buco milionario nella Sanità.

 

Il discorso integrale

Costantini (IdV): Le dichiarazioni di Chiodi più gravi delle sue stesse responsabilità
 
«E’ il secondo Natale che trascorriamo insieme». Inizia con un “refuso” - forse il cinquecentesimo nei soli ultimi mesi - l’intervento di oggi di Chiodi che, terrorizzato dall’idea che l’inesorabile trascorrere del tempo possa sottrargli progressivamente potenziali colpevoli, ha dimenticato di essere stato eletto il 15 dicembre 2008 e che, di conseguenza, questo è il suo terzo natale da Presidente.
E poi via con l’ennesima serie di bugie invereconde.
Dalla autoesaltazione per la riferita assunzione di scelte impopolari (quali, considerato che il sistema di potere di prima è ancora tutto in sella, mentre a casa sono andati solo i lavoratori?), fino all’affermazione che i piccoli ospedali chiusi (e poi riaperti dai Tribunali) costituivano una sorta di Titanic che assorbiva tutte le risorse (il risparmio per il 2010 è stato di poco superiore ad 1.000.000,00, a fronte di sprechi, consulenze ed appalti rimasti intatti e di un deficit ed un debito di centinaia di milioni di euro, nonostante gli introiti per le tasse piu’ alte d’Italia).
In pratica Chiodi per poter rappresentare tutto quello che ha detto, ha dovuto ripassare a memoria gli ultimi due anni, per poi dire alla virgola l’esatto contrario.
Non una scelta coraggiosa, al di fuori di quelle che hanno mandato a casa migliaia di precari e di lavoratori, che vergognosamente ha rivendicato come atto di coraggio.
Le società pubbliche nei trasporti rimaste le stesse, con gli stessi costi e gli stessi sprechi. Le assunzioni clientelari al loro interno, come e più di prima. La progressiva privatizzazione dei servizi all’interno delle ASL, con costi maggiori rispetto a quelli delle gestioni dirette e con centinaia di lavoratori e precari mandati a casa. Il merito nella organizzazione della macchina amministrativa cancellato completamente, con tutti i dirigenti premiati con il massimo delle indennita’. Dopo il terremoto e la sanità, una imminente emergenza anche nel settore dei rifiuti, con una inchiesta giudiziaria che ne ha rivelato le intrinseche ragioni. Due Assessori messi fuori gioco dalle inchieste della Magistratura. Due tra i sette fiumi piu luridi in Italia, vero primato per una Regione che si candida al ruolo di Regione verde d’Europa. Una Regione che invece di trasformarsi in ente di programmazione, è sempre più un ente di gestione, attaccata alla conservazione di pezzi di potere funzionali solo alla perpetuazione degli errori e delle cattive gestioni del passato. Oltre 1.000 lavoratori mandati a casa senza pieta’ (scuola, ASL, Abruzzo Engineering, precari della Regione e degli Enti strumentali ed altro ancora) sacrificati sull’altare di un riformismo all’incontrario, che lascia intatti sprechi ed inefficienze e li fa pagare ai lavoratori ed alle piccole imprese. Tre bilanci prediposti ed approvati all’ultimo momento e, come tali, privi di un’anima ed una prospettiva: il primo perché era stato appena eletto; il secondo per colpa del terremoto; ed anche il terzo da approvare a “scatola chiusa”, perche’ chi non lo consente dovrà prendersi la colpa delle tasse che aumenterebbero.
Per noi dell’Italia dei Valori Chiodi, che prima di oggi avrebbe dovuto già vergognarsi per quello che non ha fatto per l’Abruzzo, da oggi dovrà vergognarsi anche per quello che ha avuto il coraggio di dire agli abruzzesi.

D'ALESSANDRO,CHIODI CERCA DI COPRIRE INCAPACITA'

 "Se l'Abruzzo rischia di non vedere approvato il bilancio entro fine anno questa e' responsabilita' esclusivamente del Presidente Chiodi". Lo sostiene il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Camillo D'Alessandro. "In una Regione normale - prosegue D'Alessandro - un bilancio sarebbe dovuto arrivare in aula almeno un mese fa, da noi arriva il 28 dicembre e cosi' Chiodi cerca, sull'altare delle altrui responsabilita', di coprire la sua incapacita'. Cosa ha fatto la Giunta in tutto questo tempo? Annunciare o paventare le sue dimissioni rappresenta l'unico modo per tenere una maggioranza che non c'e' piu', non ha piu' nessun argomento. Il bilancio presentato da Chiodi - aggiunge il Capogruppo del PD - conduce l'Abruzzo alla celebrazione del suo funerale. Un bilancio ragionieristico fatto della sommatoria di zero sui capitoli essenziali: su attivita' produttive e politiche sociali che significa inibire ogni possibilita' di ripartenza e di tenuta sociale della nostra Regione".
   "Se i tanti zero - spiega D'Alessandro - permanessero per tutto il 2011 significa chiudere i battenti. Per tali motivi proporremo misure diverse che rimettano in moto l'Abruzzo. In Abruzzo con Chiodi e' tornato il partito dei 'tacchini', quelli che non vogliono anticipare il Natale su riforme e scelte coraggiose. Con gli zero non si programma dobbiamo recuperare risorse da un lato con i veri tagli, non quelli sulla gente, ma su enti e societa', tutte commissariate e nessun riformata. A tal fine - osserva D'Alessandro - proporremo nella finanziaria: fusione delle societa' dei trasporti (Gtm, Atrpa e Sangritana) le economie rivenienti compenseranno in parte i tagli ai trasferimenti per cercare di garantire una minima tenuta dei trasporti pubblici locali (per anziani e studenti; fusione dei tre Enti di ricerca esistenti sull'Agricoltura per farne uno solo e che funzioni (Crab, CotiR,CriveA); acquisizione dell'ARA (associazione regionale allevatori, finanziata dalla Regione) da parte dell'Arssa; riforma dei Consorzi Industriali. Riforme queste che da sole potrebbero garantire il finanziamento delle politiche sociali della nostra Regione. Inoltre - conclude D'Alessandro - a tale azione di riduzione della spesa va affiancata una vera volonta' di generare altre risorse a partire dalla vendita immediata degli immobili (101 milioni di Euro) gia' previsti nella legge D'Amico, della scorsa legislatura, a cui vanno aggiunti altri immobili da valorizzare e vendere.A tal fine il PD propone, sulla scorta di altre esperienze di altre Regioni, la costituzione di una societa' snella, una societa' patrimonio, della Regione, per valorizzare e dismettere tutto il patrimonio immobiliare il cui ricavato dovra' obbligatoriamente essere destinato a finanziare le politiche di sviluppo della regione, in particolare prevedendo un apposito capitolo denominato "Vertenza Abruzzo", le cui misure saranno condivise nel tavolo con le parti sociali".


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