Chiodi, il rimpasto e "l'opacità" politica

Un leader che non è più tale e l'accumulo di deleghe

03 Dicembre 2010   06:35  

L'abbandono della Commissione Sanità in Consiglio Regionale (per una volta non pretestuoso) è il "campanello d'allarme" di un politico stanco.

Chiodi all'audizione aggredisce immediatamente i consiglieri di centro-sinistra, rei di porgli delle domande sulla sanità in Abruzzo. E' pur vero che si potrebbe dire "da che pulpito", ma nel gioco politico ci sta tutto ed un leader che si consideri tale deve giocare all'interno di quel regolamento non scritto della politica.

La sua reazione aggressiva, che oltretutto non gli appartiene, è un chiaro sintomo di stanchezza, debolezza, opacità.

Con ben 20 deleghe, due assessori dimissionari per inchieste giudiziarie, due commissariamenti (ricostruzione e sanità) chiunque sarebbe in difficoltà, ma allora che si faccia il rimpasto per il bene personale di Gianni Chiodi, la sua salute e quella della Regione paralizzata dal fatto che un uomo non può gestire tutto quello che lui ha in mano.

Invece no, si continua con questa pantomima di un Presidente che può far tutto e gestire tutto, ma non è così.

La lotta politica ora vede il nodo rimpasto, la redistribuzione almeno delle deleghe vacanti, i nomi:

1) Gianfranco Giuliante, aquilano, capogruppo PDL in Consiglio Regionale, gruppo che prima era maggioranza da solo, ora che non può neanche garantire il numero legale (tolto Venturoni impossibilitato a recarsi a L'Aquila sono 22 consiglieri e la maggioranza deve essere 23).

La sua ambizione è lo scrano di assessore da sempre, lavoro duro, il suo, al fianco dei colleghi di partito, a Roma e a L'Aquila.

2) Giorgio De Matteis, sta bene dove sta, ora è Vice Presidente del Consiglio Regionale, capogruppo del suo monogruppo MPA, ha più uffici e stanze e ricopre un ruolo non scritto anche di fianco al Commissario alla Ricostruzione.

Cosa vuole? Semplicemente fare "terra bruciata" all'Aquila, acerrimo rivale di Giuliante e un pochino di Ricciuti preferisce ad un assessore aquilano sistemare il quadro dirigente regionale che gli fa riferimento in ruoli chiave, al motto "un maresciallo è meglio di un generale".

3) Luca Ricciuti, inserito nella lista dei pretendenti perchè ingolosito da Gianni Chiodi, in realtà una mossa per prendere tempo.

La nuova Giunta.

Due le ipotesi:

1) rimpiazzo dei soli assessori vacanti e piccola ridistribuzione delle deleghe e quindi ingresso alla Protezione Civile di un aquilano (Giuliante o Ricciuti) e di un chietino che andrà a ricoprire probabilmente Urbanistica e poco altro ora in "capo" a Chiodi, il Presidente tratterrebbe la sanità commisariata come sarebbe già stato giusto fare.

2) salta l'assessore Carpineta, quella del concorso Co.Co.Co., fatto il lavoro veramente "sporco" potrebbe lasciare il posto ad un altro ingresso (Emilio Nasuti?) ipotesi molto poco probabile visto che Toto (coordinatore regionale FLi) non vuole entrare in giunta (anche per questo Castiglione ha lasciato Fini, lui non vuole mollare la poltrona).

Il quadro sarebbe comunque chiaro, ormai una settimana fa il Presidente disse che i tempi erano maturi, aspettiamo ancora, si dovrebbe "accomodare" tutto comunque prima della fiducia al Governo il 14 dicembre.

Sperando che questo ritrovare stabilità politica dia nuovo slancio all'azione di Governo, che resta sempre criticabile, ma che ultimamante produce poco o nulla imbrigliata dal ripastino natalizio (ormai).


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