Chiusure dei centri commerciali e mercanti che tornano nel tempio

03 Gennaio 2011   13:27  

Non luoghi li chiamano alcuni sociologi, i centro commerciali, tempi del consumo, nuove piazze posticce di città che esplodono nelle periferie, svuotando di vita e senso gli antichi centri storici.

A L'aquila, dopo il terremoto, certe categorie andrebbero però aggiornate. Di fatto per migliaia di persone, per chi vive nei quartieri del progetto CASE sorti nelle estreme periferie, i centri commerciali sono diventati gli unici luoghi di aggregazione. Con l'effetto però di sottrarre i già pochi clienti ai piccoli commercianti che eroicamente hanno riaperto le loro attività in centro storico, intorno alla zona rossa.

In questo complesso scenario si inserisce la delibera del Comune che impone ai centri commerciali 10 chiusure domenicali all'anno e compensazioni delle altre aperture domenicali con chiusure il lunedi. I gestori della grande distribuzione sono contrari e protestano: loro vorrebbero continuare a stare aperti sempre e comunque.

Esultano invece i molti operatori che dopo il sisma hanno riaperto bottega nei centri commerciali, ma che non reggevano più il ritmo senza soste e domeniche libere. Esultano anche i bottegai del centro storico, che nei centri commerciali vedono, ieri come oggi, un'antagonista. E il fronte favorevole alla delibera ha trovato un insolito e prezioso alleato nel vescovo Giuseppe Molinari, in quanto le chiusure dei templi del consumo, spiega il metropolita aquilano, riaffermerà la domenica come giorno consacrato al signore, e da dedicare magari per una passeggiata nel centro storico dell'Aquila.

Dando seguito ad una richiesta degli stessi piccoli esercenti, domenica prossima sarà dunque celebrata una messa solenne alla e chiesa delle Anime sante, e tanti saranno i commercianti nei primi banchi. Cacciare i mercanti dal tempio, anche questo adagio biblico andrebbe a L'Aquila aggiornato e rivisito.


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