Cialente: "Basta con i commissariamenti"

28 Febbraio 2011   11:43  

Lentezza, decisioni che vengono prese sopra la testa delle amministrazioni.

E' duro il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente in un'intervista rilasciata all'Adnkronos, circa le problematiche della ricostruzione. “Forse - sostiene - c'e' qualcuno che vuole ricostruire al posto nostro, e ho l’impressione che vogliano far ricostruire la città da altre persone che vengono da fuori.” La preoccupazione del sindaco nasce dalla recente ordinanza relativa alla gestione delle macerie. Per tentare di risolvere la questione, l'ordinanza individua un soggetto attuatore che di fatto, al momento, non è stato ancora individuato, ma Cialente critica la stessa ipotesi di una figura che decida dall'alto.

“Abbiamo chiesto - ha detto Cialente - che ci fosse un comitato di sindaci con poteri di indirizzo sulla rimozione, perché un primo cittadino conosce bene il suo territorio, invece non può dire nulla. Siamo di fronte a un commissariamento di fatto. Si va avanti con i commissari, i soggetti attuatori, mentre i sindaci devono risolvere i guai della gente”. La ricostruzione spetta agli enti locali, ma Cialente teme l'ennesimo svuotamento di potere degli enti.

“Spero che qualcuno a Roma si ponga il problema su chi deve e chi sta ricostruendo la nostra città. Sempre che fra pochi giorni il Comune non venga commissariato. L’anno scorso ho dovuto aspettare agosto per chiudere il bilancio e ho governato la città in ‘dodicesimi’ (di bilancio, in esercizio provvisorio, ndr), al momento non ho un bilancio, dunque rischio che il Consiglio comunale venga sciolto il 31 marzo. Non so se il Governo voglia mandarmi a casa in questo modo”.

“Una cosa e' certa- aggiunge Cialente- se l'anno scorso, dopo le 'proteste delle carriole' iniziata a fine febbraio 2010, a L'Aquila venivano rimosse 500 tonnellate al giorno di macerie, oggi sono 250, lavorano solo due linee di stoccaggio e il sito di Barisciano non e' mai partito. Di questo passo ci vorranno altri 40 anni."

Cialente all'Adnkrons risponde anche sui ritardi.

“Non si è fatto nulla - sottolinea Cialente - perché l’anno scorso ci sono state indecisioni su tutti gli aspetti normativi fino a dicembre. Nell’edilizia pubblica, invece, siccome si è tornati in regime normale, fatto che io contesto, abbiamo tempi lunghi, lunghissimi sulle gare d’appalto. Per fare un esempio: a una gara di 500mila euro per costruire case popolari hanno risposto in 590 ditte, con iter lunghissimi, accettabili in condizioni normali, ma non quando tanta gente continua a stare negli alberghi”.

Sulla ricostruzione spiega "è pressocche' completata la ricostruzione delle case con danno lieve e medio (le famose B e C), circa 9mila abitazioni nelle quali la gente sta rientrando. Si e' dunque ridotto il numero delle sistemazioni provvisorie, ma restano ancora circa 2500 persone negli alberghi". Nulla, invece, è stato fatto per il rilancio economico e produttivo. Ci sono idee e progetti da sottoscrivere con le industrie, sul turismo esistono piani strategici, ma mancano i soldi.”

“Per quanto riguarda la ricostruzione pesante, ovvero per gli edifici “E”, mi aspettavo molto di più invece abbiamo per ora nel centro storico solo 173 progetti e circa 2100 nella periferia (su circa 18mila domande attese).”


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